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Caldo record in Lombardia, Regione stoppa il lavoro in cantieri, aziende agricole e cave

Dal 2 luglio al 15 settembre, a fronte di determinate condizioni, attività ferme dalle 12.30 alle 16 per diversi settori che operano all'aperto e in situazioni particolarmente delicate

Caldo record in Lombardia, Regione stoppa il lavoro in cantieri, aziende agricole e cave
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Le alte temperature di questi giorni, che si protrarranno ancora, stanno mettendo in allarme i lavoratori, soprattutto quelli che in condizioni meteo simili, e in ambienti di lavoro privi delle misure adeguate per contrastare il caldo, rischiano di non poter svolgere le proprie mansioni in sicurezza. Da qui la lettera dell'Unione sindacale di Base di Bergamo, inviata ieri (30 giugno) alla Prefettura, alla sindaca del capoluogo e ad Ats Bergamo.

Una lettera il cui contenuto è però "invecchiato" molto presto. Nel tardo pomeriggio di ieri, infatti, il presidente lombardo Attilio Fontana ha reso noto di aver firmato un’ordinanza urgente finalizzata proprio a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti alle alte temperature. La decisione è stata presa dopo una riunione con le i sindacati e i rappresentanti dei datori di lavoro convocata dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso.

Come e quando funziona lo stop al lavoro

L’ordinanza entrerà in vigore dalle 00.01 di domani, mercoledì 2 luglio, e sarà in vigore fino al 15 settembre. Il documento prevede il divieto di attività lavorativa all’aperto tra le 12.30 e le 16 nelle aree edili, cave, aziende agricole e florovivaistiche nei giorni in cui la mappa quotidiana pubblicata QUI e riferita ai "lavoratori esposti al sole" con "attività fisica intensa" alle ore 12 segnali un livello di rischio “alto”. QUI un quadro più specifico.

Il divieto non si applica alle pubbliche amministrazioni, ai concessionari di pubblico servizio, ai loro appaltatori, agli interventi di protezione civile e di salvaguardia della pubblica incolumità.

«Non più solo raccomandazioni»

«La nostra priorità è la tutela della salute dei lavoratori - ha commentato Fontana -, soprattutto in momenti come questi in cui il caldo diventa particolarmente insopportabile. L’ordinanza rappresenta un passo importante per garantire che le attività produttive si svolgano nel rispetto delle condizioni di sicurezza e salute».

Nel documento si richiama inoltre l’importanza delle "Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare", approvate dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome e che costituiscono una sintesi dei vari documenti emanati dalle Regioni e Ppa, tra cui la Lombardia. Sono escluse dall’applicazione del divieto le attività urgenti e di pubblica utilità, purché siano adottate tutte le misure di prevenzione previste: «Avevamo già inviato le linee guida per la tutela dei lavoratori lo scorso 13 giugno - ha aggiunto Fontana -. Con il provvedimento trasformiamo le raccomandazioni in un'ordinanza concreta per proteggere efficacemente chi opera all’aperto durante le ore più calde».

Regione, infine, ricorda che la violazione delle disposizioni comporta sanzioni secondo quanto previsto dall’art. 650 del Codice penale ("Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità"), fatta salva l’applicazione di eventuali reati più gravi.

La richiesta del Usb di Bergamo

In mattinata, l'Unione sindacale di Base di Bergamo, nella sua lettera, aveva chiesto « la sospensione delle attività produttive in quei reparti o aree dove non sia possibile garantire un ambiente di lavoro con temperature inferiori ai trenta gradi, assicurando comunque la piena retribuzione ai lavoratori coinvolti. Riteniamo che questa misura sia fondamentale per prevenire rischi di malori, svenimenti o altre conseguenze negative legate all'eccessivo calore, che potrebbero compromettere la salute e la sicurezza di chi opera quotidianamente sul campo».

E aggiungeva: «Visto il quadro climatico attuale e le previsioni future, consideriamo urgente intervenire con misure organizzative adeguate, come ad esempio l'installazione di condizionatori, ventilatori o altre soluzioni temporanee, per garantire un ambiente di lavoro più salubre e sicuro. La tutela della salute dei lavoratori deve essere una priorità assoluta e confidiamo nella vostra sensibilità e responsabilità nel mettere in atto tutte le azioni necessarie. Restiamo in attesa di un vostro tempestivo riscontro e di un impegno concreto volto a garantire condizioni di lavoro più sicure e dignitose in questa difficile fase climatica».

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