Commenti su: Bar dell'oratorio San Paolo gestito direttamente dalla parrocchia? 500 firme contro don Giovanni

Andrea

Lei dove si è informato? Ha parlato direttamente con loro oppure la fonte è uno scritto zeppo di inesattezze? Soprattutto perchè il parroco non ha spiegato le sue scelte con un incontro con la comunità, rifuggendo il contraddittorio? Legga l'articolo sul corriere e la risposta data alla giornalista che voleva sentire anche l'altra campana: "non rilascio dichiarazioni" Altro che chiacchiericcio e sentito dire....

Guido

Buongiorno a tutti, intanto inviterei i faciloni del commento a informarsi, in ogni caso nessuno si è chiesto : come mai se i servizi per la comunità rimangono gli stessi, i lavoratori anche c'è tutto questo rumor? Siamo sicuri che gli interessi di cui tanto si parla siano solo del Don? Noi siete gli stessi che si lamentano dei prezzi del bar dell'oratorio "troppo alti" come da bar del centro città???? E poi abbiate pazienza adesso cosa c'entra il cinema?? Invece di pensare ai servizi in più che in questi anni la comunità ha potuto vantare.. dal cinema alle attività proposte ai ragazzi? Alle famiglie..Sta di fatto che i servizi fin ora garantiti dai signori Simone e Marco sono stati importantissimi e apprezzati solo che questa "guerra"in un campo che dovrebbero essere di pace e accoglienza è spiacevole quanto paradossale..In ogni caso ognuno avrà le sue ragioni ed è altrettanto certo che facebook, Istagram etc.. noi siano i territori per una trattativa civile e rispettosa. Detto questo son certo che ci commenta screditando non conosca la realtà del vivere la comunità e si basi sul chiacchiericcio e il sentito dire..

Guen

I volontari ci possono mettere sicuramente il cuore ma gestire un attività a partire hccp a ordini fatture orari lunghi non è assolutamente facile e far finire a bagno una gestione che attualmente sembra funzionare non ha senso ligico ne pratico Forse farsi due conti d obbligo.

Andrea

Qualcuno, nei commenti, si chiede se sia stata sentita l'altra campana. A onor del vero, come riportato dall'articolo comparso sul Corriere della Sera il 14maggio2025 nella sezione dedicata a Bergamo, la giornalista ha chiesto un commento al parroco e la risposta è stata: "Non rilascio alcuna dichiarazione".

Bruna

Davvero di può pensare che dei volontari, magari anche di buona volontà, ma senza arte né parte, sappiano gestire un bar? Gestite gli ordini, servire, tenere pulito in modo che chi arriva il lunedì trovi in ordine? Ci sono aspetti sanitari da tenere presente, regole precise.inoltre un volontario oggi c è, domani ha un impegno (e ci mancherebbe di non poter assolvere), domani non c e più. Chi lavora ha ben altri impegni. Ma il consiglio parrocchiale , formato dalle stesse persone che anni fa hanno promosso la gestione attuale, oggi dov è? Ai posteri la sentenza. Certo che se una cosa funziona, bisogna distruggerla. Se non funziona più, sarà colpa di qualcuno altro.

Loris

Da lettore esterno, senza maggiori dettagli è difficile potersi fare un'opinione. Può sembrare in prima istanza antipatico il prete che cerca di riappropriarsi del bar dell'oratorio, bisognerebbe capire come viene gestito nel suo insieme. Esorto il giornale a fornire maggiori approfondimenti, grazie

Sara (mamma preoccupata)

Il parroco potrebbe essere più sincero e dire che preferisce incassare di più (alcuni pensano per coprire i mancati incassi del cinema voluto da lui dove vende a prezzi più alti del bar dei privati…). E poi buona fortuna con i volontari… io non toccherei mai cibo manipolato da persone senza preparazione o abilitazione alcuna in campo alimentare . Per quanto riguarda le “isole felici” non esistono ma finora sono stata sempre serena a far stare mia figlia in oratorio…ora vedremo

Marco

Penso che l' avidità del parroco rispetti la chiesa all' antica. Che lo trasferiscano in un paesello sperduto. Vergogna!!

Paolo

Vista la mancanza di esplicite motivazioni di tale decisione, se non quella di cercare di raccogliere qualche euro in più rispetto all'attuale contratto, a mio parere il Don sta rappresentando l'idea della chiesa vecchio stile, distante e non curante della comunità in cui è inserita. Ma avete presente come sono la maggior parte dei i bar degli oratori gestiti da volontari? Il bar San Paolo è riuscito a creare un luogo di aggregazione per tutte le generazioni, non soltanto per anziani che si ritrovano per passare il tempo. Se ci sono motivazioni serie e reali che vengano raccontate, altrimenti Don, ritorna sui tuoi passi e cerca di interpretare una parrocchia in chiave moderna, pensando che l'oratorio, prima ancora di essere tuo, appartiene alla comunità in cui è inserito.... Credo che 500 firme raccolte in pochi giorni siano un grosso campanello d'allarme. Come si dice: errare è umano, ma perseverare .....

Bruna

Aggiungo al mio commento: se la gestione dei volontari che c'era in precedenza fosse andata così bene, si sarebbe mantenuta tale. Se si e arrivati ad una gestione "semiprivata" è perché in mano ai volontari non funzionava, per vari aspetti. La presenza non assicurata, con tanti a mettere le mani ovunque, per esempio.

Pablo

Penso che se una cosa funziona,subito ci si vuole mettere le mani addosso, i volontari nei bar quasi sempre non all'altezza del compito,baristi non ci si inventa.

carmen spreafico

Spero che non si trovino volontari.dopo anni che si è riusciti a tenere aggregati giovani e non, arriva un don che si prende la pappa pronta. E no.

Cattaneo Alessandra

Una decisione così andrebbe sottoposta alla gente del quartiere. Un parroco può essere trasferito e quindi decisioni che si riflettono sulle persone che abitano lì andrebbero sottoposte e prese dalla gente che il quartiere lo vive

Mino

L'oratorio è un bene di tutta la comunità cristiana, il cui stile di conduzione si fonda sul primato evangelico del servizio gratuito, coinvolgendo il più possibile dei generosi volontari adulti che collaborano per la crescita educativa dei ragazzi, dei giovani e delle famiglie. L'oratorio è casa che accoglie, cortile per crescere nell'amicizia, parrocchia che evangelizza e scuola che avvia alla vita. Non è un'ambiente da gestirsi con criteri aziendali il cui profitto è consegnato a due persone, bensì, qualora vi fosse questo ipotetico profitto economico (in genere poca roba, perché le strutture costano) va a beneficio di un'intera comunità cristiana chiamata ad investire per il bene formativo ed educativo della gioventù. Infine credo che l'oratorio non può essere l'unica risposta sul territorio a tutti i bisogni sociali di una comunità civile. L'oratorio non può permettersi di perdere la sua identità, che è quella di essere prevalentemente spazio per crescere nella fede cristiana. L'oratorio è l'anima di una parrocchia. Piena solidarietà al parroco.

Filippo

Il bar credo sia l'unico nella diocesi gestito da privati con prezzi decisamente non da oratorio. Immagino che anche la parrocchia di San Paolo abbia una cosa che si chiama bilancio. Per quel che ne so Don Giovanni è una persona molto in gamba e ha fin troppa pazienza! La petizione è legittima, ma si racconta qualcosa diverso dalla realtà.

Cristina Piazzalunga

Io sono dalla parte del don. Fatti valere don!

Pipolo

La rovina degli oratori sono proprio i bar. Quando non sono addirittura ristoranti. L'oratorio ha ben altre finalità ma siccome educare costa fatica (e molti piu volontari), è piu facile farlo diventare un bar. Ma se proprio si vuole avere il bar, che è indubbiamente un modo di raccogliere soldi, sarebbe più corretto che fossero dei giovani a gestirlo. Come del resto vale per l'oratorio intero. Negli oratori bergamaschi ci sono troppi adulti, specie anziani, e troppi pochi giovani (dai 18 anni in su). C'è spazio per tutti, o almeno dovrebbe esserci, ma la priorità sono i giovani. Giovani che ovviamente son lì anche a fare un servizio ai più piccoli. E le rsa sono altrove.

Cristian

Ma qualcuno ha letto bilanci e accordi? Qualcuno sa di cosa si sta parlando con dei dati alla mano? Qualcuno ha sentito l’altra campana (esempio: redattore dell’articolo, commentatori) o come al solito si scrive per partito preso?

Luca C.'70

L'oratorio di San Paolo è ancora un'isola felice dove la comunità trova un luogo sociale e certamente la reazione composta e compatta di fronte a questa imposizione Calata dall'alto che evidentemente evidenzia una distanza tra i soggetti parroco/ gestori del bar, avvalora le buone iniziative ed il buon rapporto che in questi anni si è instaurato con l'attività commerciale che come ben evidenziato paga l'affitto condivide una parte del cassetto con l'oratorio e ha saputo coprire esigenze sociali come la mensa, auguriamoci soltanto che il parroco aiutato magari dallo spirito santo sia capace di un passo indietro e soprattutto di un rapporto più empatico con l'oratorio che gli è stato affidato.

Gianni Cisotto

Lascia stare che alla fine il lupo perde il pelo ma non il vizio, in questo caso di entrare a gamba tesa in una situazione che funziona alla grande, riceve il consenso dei frequentatori dell'oratorio, paga l'affitto, riconosce parte dell'incasso, paga le tasse... più di così non si può... però il nuovo parroco armato di caritatevole imprenditorialità si vuole appropriate del giocattolo... che delusione

Damiano

Chiesa pigliatutto, se vede un profitto si lancia a capofitto invece di pensare al bene dei suoi fedeli.