Carenza di infermieri, Regione li vuole prendere dal Sudamerica mentre i nostri "scappano"
Per risolvere la questione, la Lombardia punta a un accordo con Paraguay e Argentina per reclutarne 400-500. Ma non basteranno
di Andrea Rossetti
La carenza di medici (di base, ma non solo) è quella che più “sentiamo” quotidianamente, ma non è l’unica in ambito sanitario. Anzi, la carenza di infermieri appare anche più grave e preoccupante, per certi versi.
A dirlo sono innanzitutto i numeri: nelle richieste avanzate dalle tre Asst bergamasche (Papa Giovanni, Bergamo Est e Bergamo Ovest) a Regione nei rispettivi Piani triennali dei fabbisogni del personale, viene sottolineata una necessità complessiva di duecento medici e 221 infermieri.
Ma a preoccupare è anche la proiezione a medio-lungo termine. Se, dopo le novità introdotte negli ultimi anni (figlie dell’emergenza scoppiata nell’immediato post Covid), dal 2030 «dovremmo avere sovrabbondanza di medici» - lo ha detto a L’Eco di Bergamo il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo -, anche per il futuro, in campo infermieristico, le prospettive restano fosche.
Un problema mai affrontato
L’anno scorso sono stati finalmente aumentati i posti nei corsi di laurea in Infermieristica, ma quasi dappertutto quei posti in più non sono stati riempiti. Difficilmente, dunque, si arriverà a saziare la “fame” di professionisti.
Senza contare che il problema della carenza di infermieri - in Italia così come in Lombardia e in Bergamasca - non è certo nuovo. Un rapporto Ocse del 2008 sottolineava come il nostro Paese presentasse «il più alto numero al mondo di medici per abitante: più di seicento medici ogni centomila abitanti nel 2005», a fronte di uno scarso numero di infermieri. La carenza di questi ultimi, nel 2006, ammontava a circa sessantamila professionisti («Una mancanza di copertura dei posti di lavoro pari al 15 per cento», si leggeva nel sopracitato rapporto).
Facendo un balzo in avanti al 2023, la situazione è peggiorata: secondo la Fnopi (Federazione nazionale Ordine delle professioni infermieristiche), la carenza di professionisti è ora stimata in circa settantamila unità in tutta Italia. Solo in Bergamasca, si parla di una carenza di circa mille infermieri, o almeno questa era la stima fatta da Gianluca Solitro, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bergamo, nel 2022 al nostro giornale.
Questo perché, stando alla riforma sanitaria regionale (...)
È incredibile come, tra le tante miserie di questo paese, si sia riuscito a mortificare una professione tanto importante come quella dell'infermiere, con stipendi bassi e orari di lavoro pesantissimi. Ho la sfortuna di aver frequentato con una certa assiduità gli ospedali, e ho potuto constatare di persona la stanchezza di molti di loro. Tanti non si licenziano solo perché non hanno un'alternativa migliore, e questo è drammatico.
Appena i sudamericani vedono la suonata e capiscono che possono guadagnare il triplo nella vicina Svizzera (e a condizioni di lavoro migliori), se ne andranno anche loro.
Grazie al celeste Formigoni e alla sua cricca siamo arrivati allo sfascio della sanità pubblica. Questi incapaci che ci governano daranno poi il colpo di grazia. Popolo senza palle diremo grazie anche questa volta.