Il progetto

Cascina Spina: dopo il taglio degli alberi, ne verranno ripiantati degli altri

Un bosco considerato l’ultimo polmone verde del paese era stato raso al suolo, ora il ripristino ambientale

Cascina Spina: dopo il taglio degli alberi, ne verranno ripiantati degli altri
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Dato il via libera definitivo al progetto di ripristino della cascina Spina di Urgnano: dopo infatti l’abbattimento dei filari di alberi, avvenuto nel 2021 - nell’ambito di un progetto di privati, che aveva sollevato non poche polemiche - è arrivata l'approvazione della Giunta per la ripiantumazione. A riportare la vicenda sono i colleghi di PrimaTreviglio.

Il taglio degli alberi

La vicenda era esplosa dopo che, il 14 gennaio 2019, il legale della società agricola affittuaria dei fondi agricoli, decisa a riqualificare l’area in cui erano presenti capannoni abbandonati con coperture in eternit, aveva presentato la denuncia di taglio alberi, allegata alla quale c’era la relazione di sopralluogo dei funzionari dell’Ente regionale servizi agricoltura foreste Lombardia (Ersaf), e la rispettiva autorizzazione a effettuare i lavori sui platani.

In seguito, come spiega la delibera, «veniva ripresentata la sola denuncia di taglio con allegata la richiesta trasmessa all’Ersaf, per il completamento dei lavori» ma non era risultata «nessuna Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) presentata all’ente per l’effettuazione dell’intervento comportante modifica dello stato dei luoghi anche sotto il profilo urbanistico».

Erano quindi arrivate le prime segnalazioni, in particolare da parte dell’ex consigliere comunale Olivo Campana, seguite da rilievi dai quali era apparso evidente che non era stata rispettata «la tipologia e la conformità dell’intervento sotto il profilo ambientale ed agronomico». Uno scempio, con un bosco considerato l’ultimo polmone verde di Urgnano, raso al suolo.

L'impegno a ripiantare

Il 29 marzo 2021 era stato allora avviato un procedimento di verifica della violazione del Regolamento comunale del verde e la società agricola aveva dato la propria disponibilità a «procedere al risarcimento del danno arrecato al patrimonio arboreo, mediante la messa a dimora di adeguato numero di piante così come previsto dall’art 13 del regolamento», incaricando un proprio agronomo.

Il Comune, dal canto suo, si è avvalso di un professionista per le verifiche agronomiche conseguenti e la redazione della perizia per la quantificazione del danno, a tutela della collettività. Infine, la responsabile dell’area Gestione del territorio, il 22 aprile 2022, l’ha approvata e ha stabilito l’ammontare del danno ambientale e le tempistica per il ripristino a carico del privato.

Il primo progetto, presentato il successivo 3 ottobre, è stato oggetto di modiche e integrazioni, fino al deposito definitivo avvenuto il 2 febbraio 2023. Passato al vaglio della Consulta Territorio-Ambiente, che ha dato il suo via libera il 5 maggio, è stato nominato il direttore lavori ed è stata depositata una «fideiussione a garanzia dell’intervento pari a 83.838 euro», come si evince sempre dalla delibera con la quale, il 7 novembre, è stato approvato il definitivo progetto di ripristino.

La dichiarazione del sindaco

«Sono previsti interventi selettivi sui filari dei capannoni, su quelli campestri e nelle aree in rinaturalizzazione - ha spiegato il sindaco Marco Gastoldi - oltre a interventi di realizzazione di nuovi impianti dei filari e di nuove aree naturali. La coerenza dimostrata negli anni per la delicata tutela dell’ambiente è stata ancora una volta tradotta nei fatti con un pronto e risoluto intervento, che ha comportato il disinnesco di un potenziale rischio ambientale dovuto al notevole e giacente carico di amianto presente negli eternit a copertura dei fabbricati, nonché il ripristino agronomico pari o superiore a quanto era precedentemente in essere».

Soddisfatte le minoranze

«Siamo assolutamente favorevoli al ripristino ambientale e vigileremo nella sua applicazione - ha detto la consigliera di centrodestra Cinzia Testa -. È chiaro che non si doveva arrivare a questo punto, ma al di là degli errori fatti, ad oggi la priorità è ripristinare il territorio della cascina Spina».

Un commento sull'operazione è arrivato anche dalla capogruppo di "Volto Civico", Maria Rosaria Zammataro: «Il Comune si era fatto cogliere di sorpresa da un taglio totale e non concordato di tutte le piante in quelle aree ma, aldilà delle polemiche e delle giustificazioni alla cittadinanza da parte dei nostri amministratori, riteniamo che questa vicenda possa servire a fare in modo che non possa ripetersi in futuro. Auspichiamo maggiori e più mirati controlli sul verde pubblico, che è un bene di tutti e consideriamo positivo l’intervento di rimozione dell’amianto».

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