Il caso

Case popolari del Comune di Bergamo: Aler non c'entra più, ma i problemi ci sono ancora

La denuncia della famiglia Hakimi, che vive in un appartamento comunale in via Moroni 103: la muffa ha preso il sopravvento e nessuno fa nulla

Case popolari del Comune di Bergamo: Aler non c'entra più, ma i problemi ci sono ancora
Pubblicato:
Aggiornato:

di Marta Belotti

Ahmed Hakimi vive con la sua famiglia, nove persone in totale, in un alloggio comunale all’interno del caseggiato popolare di via Moroni 103. Ci vive dal 2020 con la moglie, la madre e i sei figli. Ben presto si è accorto di un problema che nel tempo si è rivelato insopportabile e dannoso: la muffa.

Alloggio «antigenico»

A febbraio 2023, l’Ats ha compiuto un’ispezione e ha dichiarato l’alloggio «antigenico». Nonostante questa comunicazione sia stata inviata al Comune di Bergamo, dopo un anno nulla è cambiato. Se non che, da un mese, ad abitarci sono in otto, perché la mamma di Hakimi, 85 anni e invalida, è ora in ospedale per un aggravamento delle condizioni respiratorie, legato proprio alla situazione di insalubrità in cui viveva.

«Anche i miei figli si stanno ammalando», spiega Hakimi, che in mano ha un documento che certifica l’asma per due suoi figli. La casa presenta una cucina non finestrata, un bagno anch’esso senza finestre, la sala e tre stanze.

Nella più grande, dormono in cinque: Hakimi con la moglie nel matrimoniale, il più piccolo - che non ha ancora tre anni - in una culla, i due gemelli di dieci in un letto a castello. Le condizioni del muro ai piedi di quest’ultimo sono tremende. Gli altri tre figli, uno di 19, una di 17 e una di 16, dormono nelle altre due stanzette, una delle quali in condivisione con la nonna. In queste, Hakimi ha messo un “coprimuro” provvisorio in legno, per non far dormire i figli a contatto con la muffa.

L’azione legale

Al fianco dell’uomo si è schierata l’Unione Inquilini, che si è detta pronta a presentare, attraverso l’avvocato Giovanni Mascheretti, un’azione legale contro l’Amministrazione. L’ex consigliere regionale Ezio Locatelli ricostruisce le fasi della vicenda: «La situazione è stata resa nota al Comune con tanto di documentazione e rilevazioni dell’Ats, ma non è stato fatto nessun intervento e anche il cambio alloggio non è stato accettato per ora».

Nello specifico, la richiesta di cambio casa è del 25 novembre 2023, pochi mesi fa, e si aggiunge «alle 22 già preesistenti e alle altre 20 arrivate più o meno contemporaneamente alla sua. Di queste, all’incirca otto sono imputabili a ragioni di degrado strutturale o di grave incuria dell’inquilino», spiega l’assessore all’Edilizia residenziale pubblica Marzia Marchesi.

Cosa ha fatto l’Amministrazione

L’assessora sottolinea: «La situazione del signor Hakimi è nota agli uffici. L’alloggio gli è stato consegnato nel 2020, quando le case comunali erano in gestione ad Aler. Nel giro di breve tempo ha cominciato a segnalare alcuni problemi, soprattutto di tipo idraulico, che Aler non ha mai affrontato con la dovuta attenzione. A marzo 2023, quindi poco dopo la presa in carico della gestione degli alloggi comunali, MM ha eseguito un sopralluogo tecnico nell’appartamento, verificando che il problema aveva ormai assunto una dimensione significativa (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 8 febbraio, o in edizione digitale QUI

Commenti
Aurora

Ha i soldi per comprare il televisore e non per la pittura antimuffa?! E poi in troppi nell'appartamento logico che si crei condensa! C'è una soluzione...

Marcello

Abito anch'io in case Aler e confermo che l'incuria e la manutenzione quasi inesistente è un loro modus operandi. Sono i soliti... nulla di nuovo.

Seguici sui nostri canali