Emergenza abitativa

Case popolari, il rapporto tra offerta e bisogni (in crescita) è sempre più sbilanciato

108 domande inoltrate solo da Sunia; coinvolti poi anche altri sindacati. A disposizione solo 129 alloggi. Gagni: «Risposta esigua a fronte di un bisogno abitativo ormai grave»

Case popolari, il rapporto tra offerta e bisogni (in crescita) è sempre più sbilanciato
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Nelle settimane precedenti alla pubblicazione del bando per gli alloggi popolari da parte dell'Ambito di Bergamo, il Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari) assieme ad altre organizzazioni sindacali avevano incontrato i rappresentanti del Comune di Bergamo per informare ed aiutare nella maniera migliore possibile i cittadini per l'inoltro della domanda, attraverso la piattaforma informatica della Regione Lombardia.

Dal 12 marzo al 30 aprile, il Sunia ha inoltrato 108 domande di persone e famiglie che presentavano i requisiti richiesti, senza contare le domande presentate attraverso gli altri gruppi sindacali, a fronte di una disponibilità di soli 129 alloggi. Nella graduatoria del Comune le famiglie indigenti rappresentano il 38 per cento delle domande totali, a fronte del 20 per cento degli alloggi riservati per questa categoria.

«Rispetto al numero totale di domande raccolte dagli enti coinvolti, tantissime, a fronte della disponibilità di soli 129 alloggi, pensiamo sia da rilevare quanto la risposta sia esiguarispetto a un bisogno abitativo ormai grave – ha dichiarato Luisella Gagni, responsabile del Sunia di Bergamo -. L’emergenza sanitaria, la caduta di reddito e la perdita di posti di lavoro hanno fatto precipitare la capacità di spesa delle famiglie: canoni di locazione, mutui e spese per l’utenza, e il rischio di incorrere nella morosità incolpevole le cui conseguenze portano inevitabilmente a sfratti. La "fame di casa" è un bisogno che stiamo rilevando negli incontri con i cittadini presso il nostro ufficio. L’emergenza abitativa era già presente negli anni scorsi ma oggi, se non gestita con strumenti adeguati, rischia di degenerare in una bomba sociale».

Già da anni il Sunia aveva poi avanzato la richiesta alla Regione di riservare l'uno per cento del suo bilancio a progetti di edilizia popolare, cosa che in realtà ad oggi non è stata ancora fatta. «A questo riguardo – continua Gagni - osserviamo che nel “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" (Pnrr) manca un riferimento complessivo a un’organica politica abitativa come premessa indispensabile ad un piano di edilizia residenziale pubblica. Dei 220 miliardi disponibili, solo 7,3 sono destinati all’housing sociale, per altro modello vecchio e superato. Di questi, quelli riservati all’aumento della disponibilità di alloggi sociali in senso stretto sono solo 500 milioni di euro. Temiamo poi quello che accadrà al termine della proroga degli sfratti: si arriverà all’esecuzione di circa 800 mila sfratti su tutto il territorio nazionale nel secondo semestre 2021. Non aver previsto di trovare soluzioni abitative per quest’emergenza determinerà che i Comuni si troveranno a gestire un’ulteriore crisi».

 

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