Case popolari vuote e famiglie in attesa: succede alla Celadina, ma non soltanto
L’ex consigliere comunale Fabio Gregorelli segnala il problema, comune a tutta la città: per l’ultimo bando, oltre 1.400 domande per 90 alloggi

di Elena Esposto
Nelle sere d’estate, un brusio si alza dalla zona delle case popolari del quartiere di Celadina. Il tintinnio metallico delle posate, il vociare delle persone e delle televisioni accese, gli strilli dei bambini. Qualcuno cerca un po’ di fresco sul terrazzo, ma nei cortili semideserti si aggirano solo alcuni gatti che oziano sul marciapiedi, incuranti della calura che si alza dall’asfalto.
Tra le finestre illuminate e i terrazzi invasi dalla cromia dei bucati stesi ci sono alcuni spazi vuoti. Appartamenti con le tapparelle abbassate da cui non filtra neanche una debole luce. Balconi sgombri, davanzali spogli senza neppure una piantina di basilico lasciata a seccare sotto l’inclemente sole estivo.
La segnalazione arriva da Fabio Gregorelli, ex consigliere comunale e abitante del quartiere, stupito e anche preoccupato del fatto che così tanti spazi dedicati all’edilizia popolare (in parte proprietà del Comune di Bergamo e gestiti dalla società milanese MM, in parte dell’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale - Aler) vengano lasciati inutilizzati nonostante l’evidente necessità della popolazione.

Basti pensare che il bando per l’assegnazione di case popolari chiusosi lo scorso 9 giugno ha raccolto 532 domande per i venti alloggi del Comune e 901 per i settanta alloggi di Aler.
«Si tratta di un patrimonio che potrebbe rispondere al crescente fabbisogno abitativo, oggi particolarmente sentito da famiglie, anziani, persone fragili e nuclei in difficoltà economica, magari da tempo in graduatoria - afferma Gregorelli -. Vedere decine di appartamenti pubblici chiusi mentre tante persone restano in attesa, solleva interrogativi legittimi».
Lavori in corso
Interpellato sul tema, l’Assessorato alle Politiche della casa ha confermato che dei circa 140 appartamenti situati in quella zona e che, al 31 dicembre 2024, risultavano di proprietà del Comune, diciotto sono effettivamente sfitti.
«Questo è un dato dinamico - specifica però l’assessora Claudia Lenzini (...)