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C'erano una volta le code domenicali in Val Brembana. Ora ci sono tutti i giorni

Tra luglio e agosto, lungo la statale 470 turisti e residenti hanno passato ore fermi nel traffico. Il sogno: la variante di San Giovanni Bianco

C'erano una volta le code domenicali in Val Brembana. Ora ci sono tutti i giorni
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di Giambattista Gherardi

Chissà se in qualche magazzino c’è ancora quello striscione giallo e blu, dietro il quale sfilarono nel 2018 una quarantina di sindaci e centinaia di cittadini: potrebbe venir buono alle migliaia di turisti ed escursionisti, per non dire dei residenti, che sulla Statale 470 della Valle Brembana stanno spendendo ore estenuanti, fermi in coda.

«Viabilità: la pazienza è finita!» era lo slogan categorico di sette anni fa, varato dai comuni di Zogno e San Pellegrino Terme per sollecitare risposte concrete riguardo la mobilità della Valle. Sul tavolo c’erano allora i ritardi pluridecennali della variante di Zogno (poi aperta al traffico nel novembre 2021), ma anche la Villa d’Almè-Dalmine e la Paladina-Sedrina, ultimo lotto della Tangenziale Sud di Bergamo, per la quale si attende (entro dicembre?) l’ok di Anas al progetto definitivo.

Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Ma sotto il sole (per ore) sono rimasti coloro che hanno scelto la Valle Brembana, soprattutto l’Oltre la Goggia, per le giornate di luglio e agosto. E questa è una piccola significativa “novità”, poiché di norma alle code in Val Brembana si associa il pensiero dei lunghi serpentoni serali in direzione discendente, con i reduci dalle piste da sci nelle domeniche d’inverno (ma qui siamo ormai all’amarcord) e i villeggianti delle seconde case in estate.

Non che il fenomeno si sia affievolito (i ponti di Sedrina, dopo la variante di Zogno, e la rotonda di Arlecchino restano stazioni obbligate di un poco piacevole calvario), ma ora le code che fanno discutere sono soprattutto quelle in senso ascendente, presenti praticamente ogni mattina nei giorni di agosto, con un vero e proprio “delirio” a ridosso di Ferragosto. Dalla variante di Zogno sino a San Giovanni Bianco ci sono poco più di quattro chilometri, per i quali si devono mettere in conto non meno di 45 minuti di percorrenza a passo d’uomo, attraverso le gallerie di San Pellegrino o anche nel centro storico della cittadina termale, usato da molti come effimera e controproducente scorciatoia.

«Il modello legato alla villeggiatura prolungata - segnalano tanti residenti - è ormai superato. Un tempo restavano in Valle a luglio i nonni con i nipoti e a ingrossare le code della domenica in senso discendente erano i genitori che tornavano in città per il lavoro. In agosto tutto filava liscio nei giorni feriali, con picchi di code nei fine settimana di rientro. Ora la Valle vive un turismo “mordi e fuggi”, fatto di escursioni in giornata verso rifugi e Alta Valle (da cui il boom sui sentieri). Gli orari di risalita, quindi, si concentrano sulle ore mattutine e “il tappo” è facilmente identificabile nell’attraversamento di San Giovanni Bianco».

Se a valle, infatti, sia Zogno che San Pellegrino Terme sono “fuori dai tunnel” dopo aver vissuto anni di ingorghi, la patria di Arlecchino continua a vederne di tutti i colori. Il passaggio nel centro storico (...)

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