Grido d'aiuto

«Che degrado il lago del Bernigolo: dal 2012 non è cambiato nulla»: l'appello per salvare il bacino di Moio de' Calvi

Delle acque smeraldine non è rimasta che una superficie sporca e stagnante, con cumuli di detriti che stazionano lì dall'alluvione dell'87

«Che degrado il lago del Bernigolo: dal 2012 non è cambiato nulla»: l'appello per salvare il bacino di Moio de' Calvi
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Foto di fondoambiente.it

«Salvate il lago del Bernigolo». Più di un appello, un vero e proprio grido d'aiuto di residenti e turisti che si è perpetrato per anni sulle pagine di cronaca locale e tra i dibattiti in paese. Il bacino artificiale di Moio de' Calvi versa infatti in condizioni pressoché critiche: l'accumulo di detriti ne ha ridotto drasticamente la capienza, oggi del dieci per cento rispetto a quella originale, e delle acque smeraldine non è rimasto che una superficie sporca e stagnante.

Un lago "ammalato", come lo aveva definito Corriere Bergamo in un vecchio articolo risalente al 2012: anche undici anni fa si denunciava lo stato "paludoso" del bacino. «Purtroppo da allora non è affatto migliorata la situazione, anzi - sono le parole di una lettrice, che ha voluto segnalare il problema -. Il lago versa in una situazione di degrado. Il fondo affiora dalle acque e ricopre parte di superficie».

I detriti dell'87 che ancora stazionano nel bacino

La realizzazione del lago risale al 1949, quando l'Enel ne ricavò il bacino lungo il fiume Brembo con l'obiettivo di essere un recettore dello scarico dalla centrale di Bordogna e alimentare quella di Lenna. L'alluvione del 1987 che colpì la Valle Brembana vi trascinò cumuli di materiale, mai più rimossi: da oltre trent'anni stazionano lì.

Quindici anni fa lo spettro di un intervento risolutore aveva permesso di constatare come i detriti presenti siano in realtà classificabili in "rifiuti speciali" e quindi necessari di smaltimento dai costi più elevati. Poi nel 2013 erano arrivate le prime ruspe che, dopo aver svuotato e riempito il bacino più volte, avevano smosso il materiale senza poi più proseguire.

La pulizia, come sottolineato in un recente articolo di Corriere Bergamo, spetterebbe a Enel che - tuttavia - ha l'obbligo (per questioni di contratto) di farlo entro il termine della concessione, ovvero nel 2029. Ripulire completamente il lago, che nel frattempo ha assistito a un certo rifiorire del turismo grazie all'apertura della scuola di kayak e alla realizzazione di una pista ciclabile da parte dei Comuni di Moio de' Calvi e Lenna, richiederebbe un intervento dai costi da capogiro: circa otto milioni di euro quelli stimati.

Nei mesi scorsi le "acque" sembravano pronte a essere smosse: si era infatti parlato di un tavolo di lavoro con il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, per trovare una quadra con Enel. Non resta che attendere ulteriori risvolti per capire il destino di questo laghetto alpino, tanto bello quanto dimenticato.

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