Protesta dei cittadini di Redona: «Pista ciclabile chiusa per il cantiere da giugno»
La polizia locale: «Ha una proroga». Il termine dei lavori in quel tratto spostati di nuovo dal 30 novembre al 15 dicembre. Si chiede la riapertura
Foto di Fausto Amorino da Facebook
Un gruppo di cittadini di Redona, lo scorso fine settimana, ha scritto alla polizia locale per lamentare il mancato rispetto delle tempistiche di un ramo del cantiere di Chorus Life, che ha comportato la chiusura di un tratto della pista ciclabile tra le vie Bianzana e Santi Maurizio e Fermo.
Il percorso, nonostante i residenti sapessero che il termine ultimo, indicato nell'ordinanza di via Coghetti, era per il 30 novembre, risultava ancora chiuso il 9 dicembre. Di conseguenza, chi vuole andare in bici al lavoro o a scuola deve farlo attraverso le vie più trafficate (e più pericolose).
Dalla pista ciclabile alla critica ai cantieri
Secondo i firmatari della lettera, indirizzata anche a PrimaBergamo, da quando la pista ciclabile è stata chiusa «sono stati più i giorni in cui non è stato effettuato alcun lavoro che quelli in cui si sia fatto qualcosa, comunque senza rispettare la scadenza. Dal quartiere di Redona eravamo in molti ad utilizzare ogni giorno la pista ciclabile per recarci al lavoro, o a scuola, in centro città, a piedi o utilizzando la bicicletta, senza interferire con un traffico veicolare ormai al limite dell'insostenibile e che ora dobbiamo continuamente affrontare, rischiando la pelle, percorrendo giocoforza le vie Suardi, Frizzoni, Serassi e quelle limitrofe».
Partendo dalla singola questione, gli autori hanno poi fatto un collegamento generale alla situazione del traffico, su queste strade, per chi sceglie di spostarsi su due ruote: «I tratteggi delle bike line hanno l'aria di una beffa colossale, per il traffico ma anche per i mezzi in sosta vietata e per la noncuranza e la mancanza di rispetto di tanti automobilisti, che faticano a comprendere che i cittadini in bicicletta sono persone, non degli insopportabili intralci sulla sede stradale. Anzi, le bike line sono pericolose, perché danno l'illusione di essere su una corsia riservata, quando, allo stato delle cose, questo non è. Emblematico lo stato di Borgo Santa Caterina, in cui mezzi di ogni genere vengono parcheggiati in divieto di sosta occupando, oltre alla ciclabile tracciata, anche parte del marciapiede».
Da qui poi hanno concluso con una considerazione sul fatto che «il grado di vivibilità di una città non si misura dal profitto e dagli interessi dei soggetti economici, né dalle colate di cemento propagandate per interesse e benessere della comunità: l'invivibilità di tutta la zona ha ucciso qualsiasi illusione. Né si misura, nel nostro specifico caso, lasciando correre il fatto che l'impresa incaricata dei lavori non abbia rispettato i tempi».
La risposta della Polizia locale
Contattata per dei chiarimenti sulla questione, la Polizia locale non è voluta entrare nel merito delle osservazioni di stampo politico sui lavori nella zona, così come dei commenti su come siano stati fatti i lavori in passato, dato che non è stato possibile fare verifiche in merito con controlli giornalieri. Tuttavia, ci ha tenuto a precisare che, alla data in cui è stata inviata la lettera, «era già stata effettuata un'ulteriore proroga del cantiere, con termine spostato da fine novembre al 15 dicembre prossimo. Un dettaglio fatto presente anche ai firmatari, a cui abbiamo risposto, che non ne erano probabilmente a conoscenza».
Di conseguenza, «allo scadere del tempo limite nuovamente concesso all'impresa per effettuare gli interventi, faremo un sopralluogo sul posto e, in base alla situazione, faremo le dovute considerazioni e decideremo il da farsi».
Per la cronaca, l'omino sul cantiere dice che aprirà i primi dell'anno. Non ha specificato di che anno.....
anch'io non ho potuto percorrerla durante l'estate per recarmi al lavoro. L'amministrazione comunale parla tanto di "GREEN", di mobilità sostenibile ma la realtà dei fatti è questa.