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Come evitare le pericolose punture di zecca

Prediligono erba alta e cespugli. Possono trasmettere malattie infettive. I consigli dell'esperto di Ats Bergamo

Come evitare le pericolose punture di zecca
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di Valentina Piazzoli

Parassita di piccole dimensioni e dal colore scuro, la zecca può talvolta costituire un pericolo anche per l’uomo e non solamente per gli animali. La sua puntura infatti, sebbene non sia né dolorosa né pruriginosa, può trasmettere malattie infettive o provocare gravi reazioni allergiche.

Camminare nei boschi e su sentieri, ma anche vivere momenti di svago in prati o campi incolti, può favorire la classica “puntura di zecca”, specialmente nel periodo che va dalla primavera all’autunno, mesi in cui questi parassiti sono più attivi.

«Non abbassiamo la guardia: in presenza di inverni miti è possibile che l’attività delle zecche si protragga tutto l’anno», spiega il dottor Tiziano Fanton, direttore del Servizio sanità animale di Ats Bergamo.

Di grande importanza è riconoscere la zecca e agire tempestivamente: «Le zecche - continua il dottor Fanton - sono artropodi appartenenti alla classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni. Riconoscerle è abbastanza semplice: sono caratterizzate da un corpo tondeggiante e dalla presenza di quattro paia di zampe, si presentano di colore che va dal rosso mattone al marrone scuro e variano nel formato da piccole come la testa di uno spillo a grandi come una gomma di matita».

Le femmine misurano infatti dai 5 mm a 1 cm, mentre i maschi - più piccoli - circa 3 mm. «Le dimensioni cambiano dopo aver effettuato un pasto di sangue: una femmina può aumentare il volume corporeo di venti volte. Tutte le zecche, infatti, sono parassite e si nutrono di sangue».

Due le tipologie di zecche: quelle molli, che parassitano soprattutto uccelli (la più diffusa in Italia è la cosiddetta “zecca del piccione”), e quelle dure, che parassitano tutti i vertebrati, in particolare i mammiferi (nel nostro Paese le più rilevanti dal punto di vista sanitario sono la zecca dei boschi e la zecca del cane).

«Generalmente popolano ambienti caratterizzati da un microclima fresco e umido - afferma ancora Fanton -, come boschi, bordi di sentieri, campi incolti, prati e giardini. L’habitat preferito dalle zecche è rappresentato dunque dai luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva. Normalmente vivono a contatto con gli animali selvatici ma, come detto, possono infestare anche gli animali domestici e l’uomo».

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