Parlano gli esperti

Consigli su come combattere i problemi alla pelle legati all'uso della mascherina

La dottoressa Moggio del Papa Giovanni e il dottor Nudo dell'Humanitas Castelli ci hanno aiutato a comprendere meglio il problema

Consigli su come combattere i problemi alla pelle legati all'uso della mascherina
Pubblicato:
Aggiornato:

di Arianna Zucaro

Il 2020 ci ha regalato decine di nuove parole, frasi, espressioni e metafore per indicare fenomeni legati alla pandemia. Come “maskne”, parola inglese che unisce le parole “mask” e “akne”, in altre parole: l’acne legata all’uso prolungato della mascherina. Da quando il Covid-19 e i dispositivi di protezione individuale sono entrati nelle nostre vite, i problemi alla pelle stanno diventando più comuni. Per capire come individuare e curare questa condizione abbiamo intervistato due dermatologi.

Erica Moggio

«Le manifestazioni dermatologiche localizzate nella zona della mascherina sono un effetto indiretto dell’uso dei dispositivi di protezione individuale - spiega la dottoressa Erica Moggio del reparto di Dermatologia del Papa Giovanni - e possono colpire tutti, perché peggiorano problemi già esistenti e possono anche crearne di nuovi. Questi problemi possono essere di natura meccanica, perché il tessuto di cui sono fatte le mascherine, a volte ruvido e sintetico, può provocare arrossamento e desquamazione e la mancanza di traspirazione crea un ambiente ad alto tasso di umidità».

Un aspetto confermato dal dottor Maurizio Nudo, responsabile dell’unità di Dermatologia all’Humanitas Castelli: «Una prima componente è “costituzionale”, nel senso che ci possono essere soggetti potenzialmente allergici ai materiali usati per le mascherine. Da un punto di vista dermatologico-cutaneo, invece sotto la mascherina si forma un’umidità che negli adolescenti può peggiorare la follicolite acneica di cui generalmente soffrono; mentre negli adulti la componente follicolare, preponderante nell'area peri-boccale e nasale, si infiamma, favorendo batteri e miceti».

Maurizio Nudo

Come trattare la “maske”? «La terapia più indicata - afferma Nudo - è una terapia topica con pomate a base di ossido di zinco, oppure antibatteriche o antimicotiche. Nel caso in cui fosse necessario l’uso di antibiotici, generalmente si prescrive una terapia locale e non per via sistemica. Solo se si dovesse verificare il passaggio dell'infezione in altri distretti del viso è necessario procedere a farmaci per via sistemica, come ad esempio avviene nell’impetigine contagiosa. Bisognerebbe invece evitare - raccomanda Nudo - creme al cortisone oppure creme che creano ancora più irritazione, abbassando ulteriormente le difese immunitarie della pelle».

Riprende la dottoressa Moggio: «Quello che si può fare è scegliere mascherine con una parte interna in cotone, che limita questo fenomeno, ma non usare contemporaneamente prodotti sulla pelle che occludano i pori. Molto importante è anche semplificare la cura della pelle, evitare di truccarsi oppure struccarsi appena si può, usare detergenti delicati, non lavare troppo spesso il viso e non usare per la detersione detergenti aggressivi che inducono la pelle a produrre ancora più sebo». (...)

Continua a leggere su PrimaBergamo in edicola fino al 3 giugno, oppure in versione digitale cliccando QUI

Seguici sui nostri canali