Il report

Consumo di suolo in Bergamasca, i dati del 2023: Legambiente punta il dito contro Brebemi

Nella nostra provincia la cementificazione interessa il 12 per cento della superficie totale. Il fenomeno concentrato lungo l'asse della A35

Consumo di suolo in Bergamasca, i dati del 2023: Legambiente punta il dito contro Brebemi
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Foto di Giampiero De Angeli

La Bergamasca è al terzo posto tra le province lombarde per consumo di suolo nell'anno 2023: i dati arrivano dal rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), pubblicato ieri (mercoledì 3 dicembre) e sulla base del quale Legambiente ha mosso severe critiche nei confronti delle istituzioni riguardo alla conservazione del patrimonio verde.

Nella precedente edizione del documento, il nostro territorio era invece al secondo posto, anche se le cifre stavolta rimangono comunque considerevoli.

In Bergamasca alto consumo di suolo

Innanzitutto, andando a vedere le cifre, si può constatare come nella nostra provincia la superficie urbanizzata sia arrivata a 33.004 ettari, ovvero il dodici per cento del totale. Rispetto a questo valore, si trova al settimo posto sulle dodici province lombarde. Per consumo di suolo, invece, il nostro territorio si piazza al terzo gradino della classifica, con 108 ettari. Hanno utilizzato più aree verdi di noi Brescia, che è in cima alla graduatoria (137 ettari) e Milano, al secondo posto (131 ettari).

Al quarto posto troviamo invece Pavia (64), poi Varese (61), Monza e Brianza (43) e Cremona (39). In seguito ci sono Sondrio (36), Lodi (35), Como (34), Mantova (25) e a chiudere la classifica Lecco (16). In tutta la Lombardia, la superficie urbanizzata è pari a 290.979 ettari, ovvero il 12,2 per cento del totale, con un consumo di suolo di 728 ettari. Allargando la prospettiva, in Italia la superficie urbanizzata è di 2.157.766 ettari, il 7,2 per cento del totale, di cui 6.439 ettari nel 2023.

Facendo un rapido calcolo, questo significa che l'area cementificata della Bergamasca corrisponde all'11 per cento di quella cementificata in totale in Lombardia, che a sua volta è il 13,5 per cento di quella totale nel nostro Paese.

Legambiente, allarme cementificazione

Si conferma e consolida quindi il primato lombardo di regione più cementificata d'Italia: con 2.910 chilometri quadrati di territorio lastricati da cemento o asfalto, la Lombardia stacca tutte le altre regioni quanto a estensione del territorio urbanizzato, che vale ben il 12,2 per cento dell'intera superficie regionale, un valore quasi doppio della media nazionale.

Dati Ispra, tabella di Legambiente

Nel 2023 la cementificazione è aumentata di 7,3 chilometri quadrati, un incremento secondo, sia pur di pochissimo, solo a quello altrettanto negativo dell'Emilia-Romagna. Una regione con la quale, secondo Legambiente, la Lombardia condivide il fenomeno della crescita dei capannoni logistici, spuntati a dismisura nell'ultimo decennio nelle campagne sia a Nord sia a Sud del Po, e soprattutto lungo le direttrici pedemontane.

«La Lombardia, insieme a Emilia Romagna e Veneto, è una delle regioni che si sono dotate di una legge contro il consumo di suolo - commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. A dieci anni di distanza dall'approvazione della norma, i risultati però non si vedono: il cemento continua ad avanzare. L'inefficacia di queste norme sta nella incapacità di attivare processi alternativi all'uso scriteriato di suoli agricoli: si continuano a costruire capannoni logistici e data center su terreni verdi, anziché sulle troppe aree dismesse che costellano il nostro territorio».

Dati Ispra, tabella di Legambiente

Un altro dato che si consolida è la crescita del consumo di suolo focalizzata sulla direttrice Brescia-Bergamo-Milano, quella servita, oltre che dalla storica autostrada Torino-Venezia, anche dalla Brebemi. Infatti, oltre la metà (il 52 per cento) del consumo di suolo per capannoni e strade dell'intera regione si colloca nelle tre province. Il rischio è che tra Milano e Brescia, un pezzo per volta, si vada a configurare un unico, grande nastro formato da logistiche e industrie.

Sebbene il consumo di suolo in Lombardia, legato a nuovi capannoni industriali e logistiche, prenda prevalentemente di mira le campagne e gli spazi aperti dei piccoli centri, anche le città capoluogo non ne sono indenni. In grande risalto quest'anno il dato di Milano, che si è giocata in un solo anno 15 ettari di campi agricoli, trasformati in nuovi edifici. In positivo ci sono invece i dati di altre città, come Lodi e Lecco, in cui nel 2023 il consumo di suolo è stato quasi nullo. In questa classifica, dove si trova Bergamo? Anche qui al terzo posto, con 6,3 ettari di verde spariti nel 2023, su undici capoluoghi lombardi.

Commenti
Riccardo

@Semper85 le rotatorie occupano relativamente poco spazio, soprattutto se comparato a grandi centri logistici, che spesso sono persino vasti quanto il resto dei paesi che li ospita. Per il resto sono d'accordo con lei e tutti gli altri commenti, tranne @Zanini: lo sviluppo urbanistico può essere riutilizzo delle tantissime aree dismesse, invece che continuare a cementificare su campi, aumentando così cemento, isole di calore, richio idrogeologico (il cemento non assorbe) ed inquinamento

Alberto

In altre zone lo sviluppo tiene conto della salvaguardia del territorio mentre in Bergamasca, per il mito del laurà, basta promettere 2 posti di lavoro (fa niente se sono per magazzinieri sottopagati come avviene nelle logistiche) che si cementifica ovunque distruggendo il territorio.

Semper85

Questi sono gli effetti del PNRR all'italiana, dove il governo centrale e quelli locali han pensato e stanno pensando solo di spenderlo in cementificazione ovunque, creando rotatorie (che la gente non sa fare), asfaltando e creando ecomostri insensati. Alcune opere erano assolutamente necessarie, ma per il resto, tutti questi soldi andavano spesi molto meglio, per esempio nella sanità pubblica!

Giuliana

E bravo Zanini! Andiamo veloci verso il suicidio del pianeta e nostro!

Zanini pieremilio

Lo sviluppo urbanistico ed economico è da sempre legato alla realizzazione di infrastrutture di collegamento x servizi e scambio di merci. Si documenti chi afferma il contrario!!!!

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