Contingente russo a Bergamo a marzo 2020, Gori sibillino: «Aiuto, propaganda o intelligence?»
Dopo l'invasione russa in Ucraina tornano alla ribalta vecchi interrogativi che gettano ombre sull'atteggiamento del Cremlino
«Fu aiuto, propaganda o intelligence?». A sollevare il dubbio, con un messaggio pubblicato su Twitter, è il sindaco Giorgio Gori, facendo riferimento alla spedizione militare russa arrivata a Bergamo per sanificare le Rsa della provincia e dare man forte ai medici impegnati nell’ospedale allestito in Fiera.
Va detto che questo interrogativo non è una novità; già in passato si era riflettuto su quale strategia avesse spinto la Russia ad aiutare l’Italia. Ma alla luce dell’atteggiamento assunto dal Cremlino nelle ultime settimane e, soprattutto, dopo l’invasione russa ai danni dell’Ucraina questa domanda è tornata alla ribalta, espressa esplicitamente da Gori sui social.
Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020. Sono testimone dell’aiuto prestato a #Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici.
Fu aiuto, propaganda o intelligence?— Giorgio Gori (@giorgio_gori) March 5, 2022
«Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020 – si legge nel tweet -. Sono testimone dell’aiuto prestato a Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici».
Come sostenuto in un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica, in realtà dietro ai propositi umanitari si sarebbe organizzata un’operazione d’intelligence parallela finalizzata a ottenere il maggior numero di informazioni sul Covid, in modo tale da ottenere un vantaggio rispetto ai paesi occidentali nella corsa al vaccino.
Un riferimento alla presenza di spie russe nel contingente atterrato a Pratica di Mare è contenuto anche nella relazione annuale del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (che esercita il controllo parlamentare sull'operato dei servizi segreti italiani). L’ipotesi però non rimase altro che un sospetto, visto che non furono trovate prove a dimostrazione di questa tesi.