quel che è troppo è troppo

Cristina, la farmacista di Bergamo che ha detto stop ai tamponi ai no vax

Ha perso il padre durante la prima ondata del Covid. E ha detto basta a insulti e falsità

Cristina, la farmacista di Bergamo che ha detto stop ai tamponi ai no vax
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Si è ritrovata bersaglio, insieme ai colleghi, di un crescendo di accuse, insulti gratuiti e assurdità scientifiche. Fino a che non si è oltrepassato il limite della sopportazione umana e ha deciso che da lunedì non effettuerà più i tamponi ai no vax, ma solo le vaccinazioni anti-Covid.

Cristina Longhini è una farmacista di Bergamo. Ha 40 anni, è una consigliera del Movimento italiano farmacisti collaboratori ed è anche tra le persone che hanno fondato il comitato “Noi denunceremo”, nato per chiedere giustizia per le vittime del Covid. Cristina, infatti, è tra i familiari delle persone morte durante la prima ondata della pandemia, ha perso il padre Claudio, di 65 anni, il 19 marzo del 2020.

Negli ultimi due mesi lei e gli altri farmacisti hanno dovuto subire l’astio e le urla di chi ritiene il Green Pass un’imposizione e non rinuncia a esprimere le proprie considerazioni in merito ai vaccini. Gente che pretende di fare un tampone gratuitamente, oppure persone che ritengono che i vaccini facciano ammalare di cancro e contengano microchip per il controllo della popolazione.

Ma c’è anche chi augura la morte ai farmacisti, o sostiene che la fotografia quei camion militari con le salme dei morti di Covid sia un fotomontaggio. Da qui la decisione di dire basta, annunciata durante la trasmissione Diritto e rovescio, in onda su Retequattro, replicando alle osservazioni di Enrico Montesano, diventato un vero e proprio punto di riferimento per la galassia complottista e no-vax.

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