Altri 11 mila appartamenti di Bergamo collegati al teleriscaldamento della Rea di Dalmine
Il progetto dal valore di trenta milioni di euro eviterà, da questo autunno, l'emissione in atmosfera di quindicimila tonnellate di Co2 l'anno
Sono undicimila gli appartamenti di Bergamo che, dal prossimo autunno, saranno riscaldati grazie al calore di scarto della Rea Dalmine. Grazie all'accordo per il recupero del calore generato dal termovalorizzatore di questa azienda, A2A ha potuto infatti ampliare la rete del teleriscaldamento del capoluogo orobico senza dover utilizzare combustibili fossili.
Verrà così evitata l'emissione in atmosfera di quindicimila tonnellate di Co2 l'anno.
Il progetto è arrivato alla conclusione ed è stato presentato oggi, mercoledì 11 settembre, a Dalmine, dal Presidente di Rea Dalmine Marco Sperandio e dall'Amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini, alla presenza dell'assessore regionale all'Ambiente e al clima Giorgio Maione, della sindaca di Bergamo Elena Carnevali, del sindaco di Dalmine Francesco Bramani e del consigliere delegato della Provincia di Bergamo Gianfranco Masper.
«Un teleriscaldamento di nuova generazione»
Il presidente di Rea Dalmine Sperandio ha sottolineato: «Questo intervento non solo contribuisce ad aumentare la resilienza energetica della città di Bergamo, ma rappresenta un notevole vantaggio ambientale. Il nostro impegno, reso possibile attraverso una solida collaborazione con A2A, dimostra la nostra capacità di rispondere efficacemente con soluzioni concrete alle sfide che il tempo presente ci pone davanti, contribuendo in modo significativo agli obiettivi di decarbonizzazione».
L'amministratore delegato Renato Mazzoncini ha precisato alcune caratteristiche dell'impianto: «Un teleriscaldamento di nuova generazione, che non utilizza fonti fossili ma cascami termici. Il recupero di calore è infatti uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile che A2A sta perseguendo in tutte le sue filiere. Stiamo lavorando affinché il teleriscaldamento utilizzi sempre più il calore di scarto dei grandi impianti industriali, termovalorizzatori, ma anche acciaierie e data center, per riscaldare e rinfrescare le abitazioni senza produrre ulteriore Co2. Con il collegamento a Rea Dalmine, Bergamo potrà ampliare la propria rete grazie a calore pulito: un contributo importante per vincere la sfida del Climate City Contract e raggiungere la neutralità climatica già nel 2030».
30 milioni di euro
Nel complesso, il progetto ha comportato un investimento di circa tenta milioni di euro, di cui oltre venti per la realizzazione del collegamento con la rete del teleriscaldamento e per le opere alla centrale Goltara (accumulo e sistema di pompaggio), di competenza di A2A Calore e Servizi; e di circa 9,5 milioni per la realizzazione della nuova sezione cogenerativa, di competenza di Rea Dalmine.
Oggi il sistema di teleriscaldamento di Bergamo si sviluppa per oltre 87 chilometri, riscalda circa 37mila appartamenti equivalenti evitando l’emissione in atmosfera di 20mila tonnellate di CO2. Con il calore recuperato da Rea Dalmine, sarà possibile servire ulteriori zone della città come i quartieri Colognola, Malpensata e San Tomaso, la nuova area ChorusLife oltre alla zona dello stadio, compreso il nuovo Gewiss Stadium. In cinque anni, A2A Calore e Servizi prevede di ampliare la rete di altri 22 chilometri, con benefici ambientali ed economici per le famiglie.
Se penso ai calci e sputi ricevuti, alle uova marce che ci venivano lanciate addosso agli insulti quotidiani, un pò di brividi mi vengono ancora. Ma nel consiglio comunale del 6 e 7 febbraio 1997 votai, con tutti i miei colleghi di maggioranza, quello che la cieca (e bieca) ideologia verde e di una certa parte politica aveva dipinto come l'inferno a Dalmine. I fatti, e la politica dovrebbe farne più spesso, hanno smentito palesemente chi il termovalorizzatore di Dalmine NON voleva. E la notizia riportata ne è l'ennesima dimostrazione. Cordiali saluti, Giorgio Fumagalli