Denatalità, il 2023 è stato l'ennesimo anno record delle culle vuote in Bergamasca
Nei nostri ospedali 7.325 nascite, il dato più basso di sempre. Solo Treviglio in lieve controtendenza. I bebè, 14 anni fa, erano il doppio
di Angela Clerici
Non c’è fine a questo inverno demografico, alla scarsità di bimbi che vengono al mondo in terra bergamasca? Perché anche i numeri del 2023 sono pessimi. Lo scorso anno negli ospedali bergamaschi sono nati 7.325 bambini: è stato così stabilito il nuovo record delle culle vuote.
Pensate che se andiamo indietro soltanto di quattordici anni scopriamo che negli ospedali bergamaschi erano nati 12.080 bimbi, quasi quasi il doppio. E non era certamente un periodo record: per trovare gli anni più generativi bisogna risalire agli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
L’abbiamo scritto diverse volte in questi ultimi sette anni che la situazione si va facendo sempre più drammatica. Ma non si prendono provvedimenti, non si danno aiuti alle giovani famiglie praticamente a nessun livello, dal Comune alla Regione, allo Stato. E i numeri crollano.
Siamo una terra che non guarda più al futuro, che si crogiola in questo presente di vita tutto sommato buona, con i cani da portare a spasso, l’aperitivo, magari il cappuccino, qualche week-end di vacanza e le ferie d’estate in qualche bel posto, tra mare e montagna.
Lo avevamo già scritto nel mese scorso sulla base dei dati Istat che arrivavano fino a ottobre e le ultime proiezioni confermano quello che avevamo anticipato. Il 2023 si è chiuso con una stima di nascite negli ospedali bergamaschi che oscilla tra i 7.315 e i 7.330, con una calo di circa 150 bimbi rispetto allo scorso anno, che pure fu un altro anno record in quanto a “denatalità”.
Nel 2022 i nati nella nostra provincia erano stati 7.475 con una riduzione del 2,9 per cento rispetto al 2021. Questa Caporetto delle nascite è iniziata praticamente nel 2010, da allora il numero di bebè è andato diminuendo continuamente, con una piccola eccezione nel 2021, quando ci furono 23 nati in più rispetto al 2020, che però fu l’anno orribile, non soltanto per il Covid, ma anche perché venne registrato il calo di nascite più elevato in assoluto: ben 602 nati in meno rispetto al 2019.
Certamente la condizione psicologica alterata dalla pandemia aveva influito sulla poca voglia di mettere al mondo figli. È interessante notare come le condizioni psicologiche influiscano anche sul dato delle nascite: è la conferma che questa situazione non è soltanto dovuta a questioni economiche (che pure incidono), quanto proprio a una condizione culturale, che ha un riflesso nella psiche delle persone.
Mettere al mondo figli non è percepito come una gioia, come una bella impresa, ma (...)