Piramide in Piazza Vecchia: il soprintendente e Sgarbi attaccano, gli organizzatori rispondono
Il controverso poliedro ha scatenato una tempesta, ma Arketipos spiega che il progetto era noto e nessuno aveva obiettato
Tante lamentele ha ricevuto la piramide verde in Piazza Vecchia a Bergamo, che adesso ci si mettono pure il soprintendente Luca Rinaldi e il sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, ma l'associazione Arketipos, organizzatrice del festival "I maestri del paesaggio", si difende.
Progettata dall'archistar argentino Martin Rein-Cano, è fatta di tubi Ceta riciclabili e ricoperta di piantine che i cittadini possono adottare, portandosele a casa e svuotando la struttura, ma una parte servirà al rimboschimento dell'area pubblica dietro il Cimitero Monumentale. Il sindaco Giorgio Gori l'ha definita «un'installazione politica e come tale destinata a lasciare il segno».
Le osservazioni di Rinaldi
Il problema, secondo diversi cittadini, è che l'opera è stata realizzata coprendo totalmente la fontana del Contarini e non capiscono perché l'abbiano dovuta fare proprio lì, quando magari avrebbe potuto donare un po' di grazia a qualche quartiere periferico. Almeno, questo è quanto sostengono i critici, trovando d'accordo Rinaldi: «Nell'ultimo periodo ho ricevuto molte lamentele per questa installazione - ha dichiarato il soprintendente - che, in questi termini, non è accettabile, si è nascosta anche la fontana del Contarini. Chi dissente ha ragione, questa cosa non ha senso».
L'intervento di Sgarbi
La visione del controverso poliedro deve aver fatto scattare un moto interiore anche a Vittorio Sgarbi, che avrebbe alzato la cornetta, di sua iniziativa, per chiamare il Corriere Bergamo e spiegare il suo punto di vista: nel condividere l'opinione di Rinaldi, l'ha infatti definito un «catafalco allestito in un luogo che ha una sua precisa e definita configurazione, dove è stata occultata una fontana meravigliosa».
La risposta di Arketipos
A stretto giro è arrivata la risposta di Arketipos, l'associazione che si occupa del progetto "Green Square" nel contesto del Landscape Festival di Bergamo, e rispedisce al mittente le critiche: «Non condividiamo questa posizione. Il progetto, come ha formalmente riconosciuto lo stesso soprintendente, è stato a loro trasmesso nei tempi e nelle modalità corrette. Lo conoscono ormai da diversi mesi e non è una novità di cui sorprendersi, dato che nessuna prescrizione od osservazione ci è pervenuta negli ultimi due mesi».
Arketipos sottolinea che il concept della piramide - una sorta di zigurrat, a gradoni, sui quali possono salire i visitatori - era già noto da questa primavera, perché si era tenuta una presentazione in anteprima alla mostra Interni Design Re-Evolution durante la Milano Design Week, senza che questo suscitasse scalpore.
«In una manifestazione che porta il contributo di tantissimi professionisti, ci auguriamo che il valore e la qualità del progetto possano essere riconosciuti e rispettati, dal momento che coinvolge anche scuole e università, esperti, progettisti e paesaggisti di fama internazionale, turismo e cittadini, posizionando Bergamo come punto di riferimento nel dibattito internazionale sul tema, e che offre tanto alla città, in termini qualitativi e quantitativi».
“Un’installazione politica e come tale destinata a lasciare il segno”. Una supercazzola di chi non Sto arrivando!, non conosce e non ammette gli errori. P.s. cos’è un’installazione politica?
La avranno presentata mesi fa ai soliti oniziati che si credono Padereterni, noncetto ai cittadini che, con le proprie tasse, mantengono la città e la vedono deturpata da questa chifezza.