Le parole dell'assessore

Doppio cognome, a Bergamo lo hanno scelto solo il 7 per cento dei nuovi genitori

La sentenza della Corte Costituzionale aveva fatto discutere, ma conta ancora molto la tradizione. E ci sono una serie di problemi

Doppio cognome, a Bergamo lo hanno scelto solo il 7 per cento dei nuovi genitori
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Al tempo se n’era parlato tanto, ma sembra che le coppie bergamasche non si pongano troppo il problema: il doppio cognome, nel capoluogo orobico, non ha preso granché piede finora. Solo il 7 per cento dei genitori ha infatti scelto quest’opzione, mentre gli altri hanno preferito l’adozione di quello maschile, come da tradizione.

Bergamo maglia nera

La scelta «rivoluzionaria» della Corte Costituzionale dello scorso aprile, che aveva fatto nascere numerosi dibattiti, non ha avuto molto seguito nel nostro Paese: dal primo giugno al 3 novembre, a Bergamo, che è maglia nera secondo La Stampa, solo 25 bambini su 370 hanno ereditato anche il cognome della madre, ma non è diverso a Genova (7 per cento), Brescia (10 per cento), Bologna (12 per cento) e Milano (18 per cento).

Il commento dell'assessore Angeloni

L’assessore ai Servizi demografici del Comune, Giacomo Angeloni, intervistato oggi (mercoledì 28 dicembre) da L’Eco di Bergamo ha specificato che in quei 25 casi, 20 hanno preferito l’ordine padre-madre, mentre 5 quello contrario. Ha fatto inoltre presente che gli Uffici di Palazzo Frizzoni sono stati tra i primi in Italia ad attivarsi per andare incontro alle disposizioni dei giudici, ma che ci sono ancora una serie di nodi da sciogliere. Innanzitutto, la questione dell’ereditarietà, ovvero quanti cognomi si tramanderanno ai figli degli attuali neonati: a tal proposito, il Pd aveva proposto il metodo alla spagnola. Ma ci sono anche i problemi dell’ordine dei cognomi e del codice fiscale.

Angeloni ha anche spiegato che diverse associazioni per la parità di genere, negli ultimi mesi, si sono lamentate poiché molto spesso a recarsi all’anagrafe è il padre. L’assessore infine ha dichiarato che manca una legge ad hoc per chi, volendo aggiungere il cognome della madre a posteriori, si rivolge al proprio Comune.

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