Colpo di spugna

Edificio a posto (per la prefettura): ritornano i migranti all'hotel la Rocca di Romano

Dopo l'intossicazione di 62 immigrati, l'allagamento con infiltrazioni e il sovraffollamento, si ricomincia. Il sindaco: «Come ha fatto a ottenere l'agibilità?»

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Come se non fosse successo niente: a distanza di poco più di 15 ore dall'intossicazione di massa, che ha coinvolto 62 immigrati, con conseguente evacuazione, e la scoperta dell'allagamento con infiltrazioni, tutti gli ospiti dell'ex hotel La Rocca a Romano sono rientrati nella struttura.

Il vertice che si è tenuto ieri pomeriggio (martedì 3 ottobre), alla presenza dei rappresentanti della Prefettura, ha infatti certificato che lo stabile di via Commercio è agibile e può, quindi, tornare ad accoglierli. Una decisione che però ha contrariato il sindaco Sebastian Nicoli, che sottolinea come, se si trattasse di un'abitazione privata, in quelle condizioni non avrebbe mai ottenuto l'agibilità del loro Ufficio tecnico. A riportare la vicenda sono i colleghi di PrimaTreviglio.

L'intossicazione alimentare

Il rientro degli ospiti nella struttura, giudicata quindi a norma, è stato stabilito insieme alla funzionaria della Prefettura Jole Galasso, a poche ore dall'emergenza che aveva portato l'altra notte all'evacuazione completa della struttura romanese. Entro stasera, mercoledì 3 ottobre, a Romano rientreranno quindi 99 migranti, mentre altri 13 arriveranno nelle prossime ore per arrivare a 112 ospiti.

Si tratta degli stessi migranti che erano stati evacuati, comprese le 62 persone che a seguito di un'intossicazione alimentare, dall'origine ancora non confermata, erano stati trasportati in massa, alle 2.30 del mattino, in ospedale, in vari Pronto soccorso nelle province di Bergamo, lodi, Brescia e Cremona.

L'allagamento

Oltre all'intossicazione, era emerso che buona parte delle stanze erano in condizioni igienico-sanitarie decisamente precarie, aggravate da una copiosa perdita di acqua dalla rete idrica che aveva allagato parte della struttura. Al momento dell'evacuazione, il totale dei migranti presenti era di 140, ben oltre il limite massimo di capienza per la struttura. Da giugno l'albergo è gestito come centro di accoglienza dalla cooperativa "Verso Probo" di Vercelli. Ai giornalisti della redazione trevigliese, al momento, non è stato possibile parlare con gli stranieri ospiti della struttura: anche quelli già arrivati sono tenuti a distanza e non è stato possibile avvicinarsi, per raccogliere le loro testimonianze.

La critica del sindaco

Sulla decisione si è espresso amaramente il sindaco della città Sebastian Nicoli, che ha espresso la rabbia di un'Amministrazione che da mesi denuncia lo stato di degrado in cui decine di disperati, scappati dalla guerra, sono costretti a vivere a pochi passi dal centro città:

«La cooperativa fornirà una serie di documentazioni tecniche, con l'intenzione di portarne poi altri e arrivare a 112 - ha commentato laconico davanti all'ingresso dell'ex hotel, uscito da un lungo sopralluogo nei locali che solo fino a poche ore fa erano inagibili e pieni di acqua -. Ribadisco quel che ho già detto: se questa fosse un'abitazione privata, non otterrebbe l'agibilità nel Comune di Romano. Non conosco i criteri adottati per questa decisione... Ho chiesto di avere le relazioni dei Vigili del fuoco e dell'Ats, perché possiamo fare le nostre valutazioni come Ufficio Tecnico».

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