Prati rigogliosi

Erba alta? No, sono prati a sfalcio ridotto: tredici in tutta la città

Fa parte di un progetto del Comune: l'erba viene tagliata con minore frequenza con l'obiettivo di preservare e valorizzare la biodiversità

Erba alta? No, sono prati a sfalcio ridotto: tredici in tutta la città
Pubblicato:
Aggiornato:

Se vi è capitato di notare in alcune aree verdi della città delle zone di prato particolarmente rigogliose accanto ad altre rasate non è una dimenticanza, bensì frutto di un progetto ben preciso avviato recentemente dal Comune di Bergamo. Niente a che vedere, quindi, con l'erba troppo alta segnalata in alcune zone di Bergamo nelle ultime settimane.

Quelle zone "lussureggianti" sono infatti aree a sfalcio ridotto o differenziato, superfici dove cioè l'erba viene volutamente tagliata con minore frequenza oppure più tardi con l'obiettivo di preservare e valorizzare la biodiversità di flora e piccola fauna, riducendo al tempo stesso le isole di calore.

«Il taglio dell'erba frequente - sottolinea Marzia Marchesi, assessore al Verde Pubblico - così come realizzato fino a oggi comporta una serie di considerazioni di ordine certamente economico ma soprattutto ecologico che oggi non possono e non devono essere trascurate».

Si parla degli alti input energetici che taglio, raccolta, trasporto e smaltimento implicano, produzione di residui organici che diventano rifiuti urbani se non riutilizzati, compattamento del suolo e asportazione di sostanza organica e acqua, con progressivo impoverimento della fertilità del suolo. Ma anche dell'eliminazione di fioriture e con esse di buona parte della biodiversità presente nelle aree prative che smettono così di essere un luogo di rifugio, alimentazione e riproduzione di insetti, compresi gli impollinatori.

BG4-Loreto
Foto 1 di 4
BG6-Trucca
Foto 2 di 4
BG5-Loreto
Foto 3 di 4
BG1-Redona
Foto 4 di 4

Le tredici aree in città a sfalcio ridotto

Il Comune di Bergamo - che aderisce con l'Orto Botanico al progetto europeo BeePathNet - Reloaded - ha perciò introdotto dei criteri di gestione differenziata delle superfici prative, che comprendono due tipi di intervento. Il primo viene applicato nelle aree di forte frequentazione, dove i tagli sono più frequenti e tramite tecnica "mulching" che consente l'utilizzo di mezzi più leggeri e meno impattanti con lo sminuzzamento dell'erba che viene immediatamente restituita al suolo.

Il secondo viene utilizzato in zone circoscritte, in cui il taglio viene sensibilmente ridotto creando aree-rifugio per l'entomofauna utile, selezionando le fioriture e intervenendo con il taglio più tardi - tra la fine dell'estate e l'autunno. Al momento sono state individuate tredici aree, dislocate in città: i parchi Brolo dei Frati, Beata Cittadini, Carlo Leidi, delle Api, Suardi, Turani, Martin Lutero e via Spino, il Giardino di via Mozzoni, le vie San Giovanni Campi e Tre Armi, il Centro Sportivo via Goisis e la ciclabile Greenway.

«Un prato alto è più fresco anche d'estate, assorbe più acqua piovana, è più ricco di vita e supporta gli impollinatori che sono in crisi - aggiunge Gabriele Rinaldi, direttore dell'Orto Botanico -. Non siamo soli, Lugano e altre città europee sono già avanti in tal senso, a volte con interventi di landart, se anche i cittadini di Bergamo risponderanno bene a queste novità potremo recuperare tempo e posizioni».

Il Comune ha infatti affiancato al progetto un gruppo di agronomi, già incaricati di seguire l'andamento dei lavori di gestione dei prati urbani, per favorire lo scambio di esperienze tra Bergamo e altre realtà urbane, sia italiane che europee. L'obiettivo per i prossimi anni è quello di giungere alla gestione differenziata dei prati su tutto il territorio comunale, individuando le zone e modalità operative e compatibili con la cittadinanza.

Seguici sui nostri canali