La protesta dei sindacati

Fondazione Balicco di Martinengo, annunciato lo stato di agitazione delle lavoratrici

Il rischio per sei dipendenti, con una cessione a un'altra società, è di avere uno stipendio decisamente più basso e meno tutele

Fondazione Balicco di Martinengo, annunciato lo stato di agitazione delle lavoratrici
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I sindacati Fp Cgil e Fp Cisl hanno indetto lo stato di agitazione alla Fondazione Balicco di Martinengo, una Rsa dove sei dipendenti rischiano, con un cambio di contratto, di avere uno stipendio più basso e meno tutele.

Si tratta di due infermiere, un paio di fisioterapiste e due operatrici socio-assistenziali, che dal primo agosto di quest'anno, con la cessione da parte della Fondazione del suo personale a Sodexo Italia, si ritroveranno con una situazione economica molto più svantaggiata rispetto a prima.

Un nuovo contratto più povero

La nuova società in cui dovrebbero andare a confluire è subentrante nell’appalto in global service dell’intera struttura, in sostituzione della società uscente. La cessione delle lavoratrici, finora in distacco funzionale con la società uscente, prevede l’applicazione del Ccnl Uneba, in sostituzione dell’attuale Ccnl Funzioni locali. La Fondazione, hanno reso noto le sigle, ha già preso la decisione senza alcun loro coinvolgimento preventivo, nonostante le ripetute richieste di incontro (24 marzo, 10 e 28 aprile, 16 giugno) rimaste senza risposta.

Lo scorso 3 luglio il presidente della Fondazione, don Paolo Rossi, con alcuni componenti del Cda e i propri consulenti, ha infine incontrato le organizzazioni sindacali in una riunione dove i punti all’ordine del giorno erano altri, tra i quali le criticità organizzativo-gestionali del servizio e la qualità e quantità degli standard assistenziali erogati agli ospiti. In quell’occasione però si è appresa la notizia, a detta dei sindacati senza alcun documento scritto, con questi ultimi a dover avvisare ufficialmente le dipendenti.

Lo stato di agitazione

Ieri sera (lunedì 14 luglio) in un’assemblea molto partecipata, in presenza anche di tutti gli altri 45 dipendenti della società uscente, è stata presa quindi la decisione di indire lo stato di agitazione. Ciò per arrivare a una soluzione che non penalizzi le dipendenti della Fondazione, che sono le persone con maggiore anzianità di servizio all’interno dell’ente.

Il passaggio al nuovo contratto, infatti, comporterebbe per le lavoratrici perdita economica significativa sul salario complessivo, riduzione di ferie, permessi retribuiti, periodi di comporto e indennità di malattia, oltre che azzeramento dei percorsi di carriera, già fermi dal 2015, ed il peggioramento contributivo futuro. L’ipotesi di un indennizzo forfettario, avanzata dallo studio paghe della Fondazione l’11 luglio, è stata giudicata irricevibile dai rappresentanti. Secondo loro, non compensa né le perdite economiche né il danno sui diritti.

«La Fondazione, tuttavia, sostiene l’impossibilità di mantenere l’attuale distacco funzionale presso Sodexo Italia, così come è stato per la società uscente - hanno spiegato i sindacati -. Motivazione che riteniamo infondata, e dovuta solo alla volontà di liberarsi dei propri dipendenti. Attualmente, il distacco funzionale è attivo anche in altre strutture senza problemi. È inaccettabile che, ancora una volta, le crisi gestionali ricadano esclusivamente sui lavoratori, in un settore come quello socio-sanitario che necessita invece di riconoscimento, incentivazione e stabilità».

Per Cgil e Cisl, questa strategia di far ricadere i costi di gestione e le situazioni di crisi sull’aumento delle rette o sul contenimento dei costi del lavoro «non è più accettabile ed è impensabile. La popolazione invecchia sempre più e si renderà sempre più necessario dover ricorrere alle strutture residenziali. Non si pensi di migliorare i servizi e gli standard assistenziali erogati ai soggetti fragili e anziani contraendo i costi del lavoro».

Le sigle si sono rese disponibili a un incontro con il prefetto Luca Rotondi, affinché si individui una soluzione che salvaguardi il Ccnl Funzioni locali per le sei lavoratrici, garantisca servizi di qualità agli ospiti della struttura e ristabilisca relazioni sindacali rispettose. «Fino a quando non ci sarà un accordo soddisfacente - hanno concluso i sindacati - lo stato di agitazione rimane aperto e valuteremo ulteriori iniziative di mobilitazione».