Dissesto idrogeologico

Frane in Bergamasca: diecimila persone convivono col pericolo. E si fa troppo poco

I dati Ispra parlano di un'emergenza anche da noi. Valli e Sebino i territori più minacciati. Negli ultimi tre anni, oltre 20 smottamenti importanti

Frane in Bergamasca: diecimila persone convivono col pericolo. E si fa troppo poco
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di Paolo Aresi

Accadde anche da noi, in Val Brembilla, a Camorone, come a Casamicciola nell’isola di Ischia: il pendio franò in maniera impressionante in seguito alle piogge abbonanti, ma la gente fece in tempo a lasciare le case prima che accadesse l’irreparabile.

La Val Brembilla ha ricordato proprio l’altro giorno l’alluvione del 28 novembre 2002, giusto vent’anni fa. Perché le alluvioni in Italia, e anche nella Bergamasca, si verificano soprattutto in questo mese, dall’immane disastro del Polesine alla terribile esondazione dell’Arno a Firenze, alle calamità che hanno riguardato Genova e la Liguria a più riprese.

A Camorone non ci furono vittime, l’allarme scattò in tempo, ma 310 persone dovettero lasciare le abitazioni e quattordici case furono distrutte: quarantadue persone persero abitazione e averi. Lo smottamento arrivò fino al torrente, sul fondovalle, si temette un altro disastro e ai Ponti di Sedrina vennero evacuate altre venticinque persone.

Disastri si verificarono in tutta la Bergamasca, per esempio in Valle Imagna, a Capizzone, dove una villetta venne portata via da una frana verso il fondovalle: anche in questo caso non ci furono vittime perché la famigliola riuscì a fuggire in tempo. Si temette anche per Mazzoleni (Sant’Omobono) e per la sua chiesa parrocchiale, ma alla fine il disastro venne scongiurato. Nelle valli gli sfollati furono centinaia, alcuni di loro restarono lontani dai propri luoghi per mesi. La Regione intervenne con il risarcimento del cento per cento alle persone che avevano perso la prima casa.

Ma negli anni sono stati tanti i guai provocati dal maltempo e dall’incuria per il territorio e già a fine anni Ottanta venne effettuata una ricerca da parte della Provincia su tutto il territorio bergamasco che portò a conclusioni ben poco consolanti...

Tanti erano i punti, soprattutto nelle valli, che presentavano aspetti problematici. Proprio dopo l’alluvione del 2002 vennero quindi effettuate richieste alla Regione per mettere in sicurezza il territorio: la Bergamasca chiese 113 milioni di euro. La Regione stanziò dieci milioni e mezzo, meno del dieci per cento.

Una cifra che si può definire ridicola, a fronte del bisogno (...)

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