Altro diniego

Gorno, per l'attivazione delle miniere il “no” anche dal ministero

Il ministero della Transizione ecologica ha espresso il suo parere negativo sulla riapertura delle miniere di Gorno da parte dell'azienda australiana “Energia Minerals”

Gorno, per l'attivazione delle miniere il “no” anche dal ministero
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Questa riapertura «non s'ha da fare»: arriva un nuovo “no” – l'ennesimo – al progetto che vede la riattivazione a oltre quarant'anni dalla sua chiusura della vecchia miniera di zinco e piombo nel territorio di Gorno. Questa volta a smorzare le aspettative dell'azienda australiana “Energia Minerals”, coloro che hanno presentato il progetto, sono la Direzione generale valutazioni ambientali del ministero della Transizione ecologica e la Direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio del ministero della Cultura.

Ma non è la prima volta che il verdetto è negativo: come spiegato da Corriere Bergamo (che ha riportato la notizia), nei mesi scorsi il “no” era arrivato anche dalla Commissione tecnica di Verifica dell'impatto ambientale Via-Vas, dall'Ente Gestore Parco delle Orobie Bergamasche, dal ministero della Cultura (che aveva giudicato «di notevolissimo impatto» le aree di stoccaggio, la cantierizzazione e le modifiche al sistema viario), dai tre Comuni interessati dagli scavi (Gorno, Oltre il Colle e Oneta), dalla Soprintendenza e da Regione Lombardia. Tutti pareri negativi, sulla base dei quali il ministero della Transizione ecologica ha emesso il suo «giudizio di compatibilità ambientale negativo sul progetto di rinnovo concessione mineraria “Monica”».

Il “Gorno Zinc Project”, così si chiama il progetto presentato dall'azienda australiana “Energia Minerals S.r.l.” ha come obiettivo la riattivazione della vecchia miniera di zinco e piombo, aperta in territorio di Gorno, Oneta e Oltre il Colle dall'Eni e abbandonata ormai dai primi anni Ottanta. Un investimento stimato di centoventi milioni di euro, oltre duecento i posti di lavoro previsti, ma che per via del forte impatto ambientale e delle numerose criticità (come, ad esempio, il traffico di mezzi pesanti o il rischio di inquinamento delle falde acquifere) ha generato non poche perplessità non soltanto nei cittadini – che si sono attivati con una raccolta firme – ma anche tra le Istituzioni.

Tuttavia è ancora presto per considerare il progetto “chiuso”: il parere del ministero della Transizione ecologica non è in alcun modo definitivo e l'azienda ha sessanta giorni di tempo per ricorrere al Tar. Da quanto si evince sul sito web, la casa madre “Altamin”, che gestisce la Energia Minerals, pare non abbia alcuna intenzione di abbandonare il progetto. Video, fotografie e approfondimenti parlano del “Gorno Zinc Project”, che avrebbe il «potenziale per diventare un significativo distretto globale per lo zinco con una miniera di lunga vita nel cuore del consumo di metallo europeo». È probabile, dunque, che la società australiana possa presentare una soluzione alternativa, rinnovata e migliorata sulla base dei pareri negativi ricevuti.

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