I cartelli anti-bivacco del Comune di Bergamo fanno discutere
Palazzo Frizzoni ha segnalato il divieto in alcune aree della città, ma Isrec e gruppi di sinistra non hanno gradito l'iniziativa: «Immagine discriminante»
In alcune aree della città (la foto è stata fatta in Malpensata), il Comune di Bergamo ha fatto mettere dei cartelli che segnalano il divieto di bivacco negli spazi pubblici: nell'immagine, si mostra una persona sdraiata su una panchina, intenta a leggere quello che sembra una guida turistica o un libro, con posato per terra uno zaino da viaggio.
L'iniziativa però, a quanto pare, non è piaciuta ad alcune associazioni e a gruppi di sinistra. L'Isrec (Istituto Bergamasco per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea) con un post sulla sua pagina Facebook ufficiale ieri (mercoledì 23 dicembre) ha scritto di «attentato all'immaginario di chi vive, cresce, passeggia in questa città», spiegando che per loro ciò che è rappresentato nel cartello di divieto è «l'immagine della libertà».
Al coro di voci contrarie si è aggiunta nella mattinata di oggi Sinistra Italiana di Bergamo, che invece ha visto nel divieto una forma di discriminazione dei senza fissa dimora: «Crediamo che l'obiettivo, dietro al cartello di divieto di bivacco, sia una pura e semplice operazione di decoro urbano contro i senza tetto, che vengono considerati fastidiosi quando cominciano a essere visibili e visibile la loro povertà», manifestando anche i timori che «questo divieto anti bivacco possa essere il primo passo per varare anche un divieto di chiedere la carità per le strade della città».
Le reazioni degli utenti sono state varie: c'è chi concorda con l'opinione degli autori dei post e considera i cartelli discriminatori e frutto (addirittura) di una deriva del controllo, altri ritengono che l'intenzione dell'Amministrazione fosse solo evitare che le panchine vengano occupate tutto il giorno da turisti o persone che le utilizzano per dormire, infine alcuni hanno scritto che si poteva scegliere un'altra immagine, ma l'ordinanza è chiara e non è da ritenersi classista.