Il fenomeno

I fondi contro lo spopolamento? Sono andati al Sud: Comuni bergamaschi a tasche vuote

L’Anci e i sindaci delle comunità montane chiedono di riformare il sistema. Il 95 per cento dei soldi nel Meridione

I fondi contro lo spopolamento? Sono andati al Sud: Comuni bergamaschi a tasche vuote
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Niente fondi di sostegno ai Comuni bergamaschi: tra i 1.200 elencati in Gazzetta ufficiale, nell’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri, infatti, non ne è stato inserito nemmeno uno. Le risorse riguardano lo stanziamento per gli anni 2021-2023, volto ad aiutare le zone che si stanno spopolando, come dalle nostre parti quelle montane, a causa di poche infrastrutture e mancanza di servizi. Tuttavia, i discussi parametri adottati per l’assegnazione hanno completamente tagliato fuori le nostre comunità.

I criteri per l’assegnazione e la ripartizione dei fondi

I dettagli sono riportati oggi (giovedì 2 febbraio) dall’Eco di Bergamo: 180 milioni di euro sono andati a 1.187 Comuni, selezionati in base ad alcuni fattori, tra cui: tasso di crescita della popolazione negativo nel lungo e nel breve periodo, indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) superiore alla media, livello di redditi della popolazione residente inferiore alla media.

Il problema, però, è che con questo sistema in elenco sono finiti 1.101 Comuni del Sud, ovvero il 92,8 per cento del totale, rispetto agli altri del Nord e del Centro che sono solo il 7,2 per cento, suddiviso tra 34 per il primo (il 2,8 per cento) e 52 per il secondo (il 4,4 per cento). Il denaro è stato così ripartito nel seguente modo: 171 milioni di euro per il Sud (più del 95 per cento del totale), 5,5 milioni di euro al Centro (poco più del 3 per cento) e 3,1 milioni al Nord (meno del 2 per cento).

I malumori dell’Anci e dei sindaci delle montagne bergamasche

La stessa Anci, con il suo presidente Lucio De Luca, ha fatto presente che la questione non è il dare oppure no risorse al Sud Italia, ma il ripartirle in maniera opportuna. Dovrebbero arrivare anche alle comunità soggette a spopolamento in altre zone del Paese, come le nostre comunità montane, da cui molti se ne vanno e non fanno più figli per la mancanza di strade, trasporti pubblici adeguati, negozi per i bisogni di base (generi alimentari, vestiti, prodotti per la vita quotidiana, banche, uffici postali, ecc…), oltre che servizi per il cittadino. Tutti elementi che comportano costi, che però le Amministrazioni molto spesso non possono permettersi.

Il malcontento è palese anche tra i vari amministratori locali delle valli bergamasche, tra chi chiede una riforma strutturale per distribuire questo tipo di aiuti, come il sindaco di Vilminore di Scalve Pietro Orrù e quello di Costa serina Fausto Dolci, che ha anche proposto un “Reddito di Montagna”, sul modello di quello di Cittadinanza, insieme a contributi per i trasporti. La prima cittadina di Foppolo, Gloria Carletti, ha chiesto che finiscano i contributi a pioggia e siano distribuite con criterio le risorse, creando servizi e favorendo los viluppo del territorio, in modo da far rimanere le famiglie.

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