Contro le disuguaglianze

Il "Bilancio di Genere" dell'Univeristà di Bergamo: cresce la presenza femminile

Il documento analizza la distribuzione di donne e uomini a tutti i livelli: studenti, personale docente, personale tecnico amministrativo e governance

Il "Bilancio di Genere" dell'Univeristà di Bergamo: cresce la presenza femminile
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La popolazione studentesca dell’Università di Bergamo è composta per il 63 per cento da donne, mentre tra il personale accademico gli uomini rappresentano il 58 per cento del totale. Le donne tornano in maggioranza quando si prende in considerazione il personale tecnico e amministrativo dell’Ateneo, rappresentando il 75 per cento dei lavoratori, ma gli organi di governo hanno una composizione prevalentemente maschile: rettore e prorettore vicario sono uomini, così come il 64 per cento del consiglio d’amministrazione.

Sono alcuni dei dati emersi oggi, martedì 13 luglio, nel corso della presentazione del primo Bilancio di Genere dell’Università degli studi di Bergamo, redatto sulla base delle linee guida Crui dal comitato scientifico costituito a luglio del 2020. Obiettivo del documento è promuovere l’uguaglianza di genere e integrare questa prospettiva nelle politiche strategiche dell’Ateneo.

«Benché tali principi fossero già presenti nelle nostre strategie – ha spiegato il rettore Remo Morzenti Pellegrini -, abbiamo ritenuto fondamentale formalizzare un piano sistematico di informazione e ricerca contro ogni forma di diseguaglianza che potesse intaccare l’articolazione della vita universitaria. Grazie alla mappatura del personale e della popolazione studentesca suddivisa per genere, questo bilancio ci consente di applicare ogni intervento futuro in difesa della parità e dell’inclusione».

Il Bilancio di Genere analizza infatti la distribuzione di donne e uomini a tutti i livelli: studenti, personale docente, personale tecnico amministrativo e governance. Per favorire l’uguaglianza di genere l’Università ha individuato una delega ad hoc per le politiche di equità e diversità, nominato una consigliera di fiducia e attivato progetti didattici e di ricerca nel merito.

I dati

Il Bilancio è stato presentato anche ai rappresentanti della Provincia e del Comune di Bergamo: Romina Russo, consigliera provinciale con deleghe alla cultura, politiche sociali, pari opportunità, Roberta Ribon, consigliera di parità della Provincia, e Marzia Marchesi, assessore del Comune con delega alle pari opportunità.

I dati di questa prima analisi di contesto sono riferiti al 2019 e, periodicamente, saranno aggiornati. Dallo studio è emerso che il numero di studenti, dal 2017, è cresciuto del 25 per cento; nello specifico, l'aumento è stato leggermente superiore per le donne (+28,8%) che per gli uomini (+20,9%).

Le studentesse universitarie prediligono i settori dell'istruzione, delle lettere e delle arti, mentre gli uomini seguono per la maggior parte corsi d'ingegneria, della produzione e delle costruzioni. La stessa distribuzione si osserva anche tra i dottorandi. Tuttavia, per quanto riguarda le opportunità di lavoro, i laureati di sesso maschile hanno tassi d’occupazione più elevati rispetto alle donne e percepiscono salari più elevati.

Tra il 2017 e il 2019 è aumentato anche il numero di professori e ricercatori: le donne sono cresciute del 27 per cento, gli uomini del 16 per cento. Gli uomini ricoprono poi il 66 dei posti tra i professori ordinari, il 59 per cento tra quelli associati, il 54 per cento tra i ricercatori e il 52 per cento tra gli assegnisti di ricerca. Considerando l'equilibrio tra lavoro e vita privata solo il 65 per cento delle donne è impiegato in Università a tempo pieno, un tasso che per il sesso maschile sale al 98 per cento.

Per quel che riguarda la governance, infine, dal 2020 l’Ateneo cittadino ha nominato una direttrice generale, ma i prorettori delegati restano prevalentemente uomini, pari al 57 per cento. Il Senato Accademico presenta una distribuzione di genere più equilibrata, ma a capo dei dipartimenti prevalgono le donne, con il 71% di direttrici.

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