Il blocco dei diesel Euro 5 in Lombardia slitta di un anno, festeggia la Lega al Pirellone
Lo stop rinviato al 1° ottobre 2026 per centri con più di centomila abitanti (non più 30 mila), forse lo sostituiranno misure alternative

Approvato ieri (martedì 8 luglio), con un emendamento al Dl Infrastrutture alla Camera dei deputati, il rinvio di un anno al blocco dei diesel Euro 5 in Lombardia (quindi anche a Bergamo), che non scatterà quindi dal primo ottobre di quest'anno, ma del 2026. Una decisione per la quale la Lega adesso festeggia, anche al Pirellone, dopo la presentazione della proposta in Parlamento a prima firma dell'onorevole del Carroccio Riccardo Molinari.
Allentati i lacci della disposizione europea
Insieme alla nostra regione, sono scampati per un anno a questa disposizione europea anche Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il testo, che differisce quindi di un anno il termine per l'entrata in vigore del divieto strutturale alla circolazione dei veicoli di questo tipo nelle aree del bacino padano, prevede inoltre che il divieto venga applicato prioritariamente nei Comuni con più di centomila abitanti, anziché nei centri sopra i trentamila.
Tra l'altro, non è nemmeno così scontato che poi tra un anno verrà effettivamente applicato, dato che le regioni potranno evitare di introdurre la limitazione strutturale per le vetture, nei piani di qualità dell’aria, mediante l’adozione al loro posto di «misure compensative, idonee a raggiungere livelli di riduzione delle emissioni inquinanti coerenti con i vincoli derivanti dall’ordinamento euro-unitario».
La Lega festeggia
«Una scelta di buon senso che, soprattutto in Lombardia, rende meno gravoso e oneroso un orientamento europeo a dir poco sproporzionato - ha commentato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana -. Alle scelte ideologiche dobbiamo contrapporre azioni sostenibili. Sostenibili in ogni senso: per l’ambiente e per il sistema economico-produttivo».

Gli fa eco il consigliere regionale della Lega, Giovanni Malanchini: «Il rinvio al primo ottobre 2026 dello stop ai veicoli diesel Euro 5 è una decisione di assoluto buonsenso, per la quale la Lega si è battuta in ogni sede, a partire dal Governo fino al Consiglio regionale della Lombardia, dove nelle scorse settimane è stata approvata una mozione che chiede al Governo non solo di rinviare il blocco, ma anche di trovare misure alternative per migliorare la qualità dell’aria senza colpire chi lavora o studia».
Il consigliere ha poi aggiunto che la direttiva europea che imponeva lo stop non teneva conto delle condizioni ambientali, economiche e sociali del territorio lombardo, uno dei più produttivi e popolosi d’Europa. «È impensabile che la Pianura padana diventi l’unica area al mondo dove i diesel Euro 5 non possono più circolare. La Lega ha detto no a questo approccio, chiedendo e ottenendo meno vincoli ideologici, ma più buon senso e attenzione ai cittadini».
Un commento sul via libera al posticipo è arrivato anche dal collega Roberto Anelli: «Una scelta oculata, che va nella direzione di non penalizzare inutilmente migliaia di cittadini lombardi e le imprese del nostro territorio. Differire il blocco dei diesel Euro 5 non significa venir meno ai principi di sostenibilità ambientale e di lotta all'inquinamento che anche come istituzioni lombarde condividiamo».

Per Anelli, sono altre le procedure da mettere in campo, come il bando di Regione Lombardia "Strade verdi", che per il consigliere regionale agisce a monte, incentivando soluzioni in grado di ridurre l’esposizione della popolazione più fragile all’inquinamento di prossimità e il risollevamento delle polveri generato dal transito dei veicoli.
«Non si può - ha concluso Anelli - essere schiavi di un falso ecologismo che non solo non apporta alcun beneficio rilevante alla qualità dell'aria, ma rischia di distruggere le nostre filiere produttive. Sono altre le linee d'azione da porre in atto per una sensata transizione ecologica, dagli incentivi per il rinnovo del parco auto al potenziamento dei trasporti pubblici, come Regione Lombardia sta già facendo. Per combattere l'inquinamento serve un impegno concreto ed assennato e non norme ingiuste che distruggano l'intero sistema produttivo lombardo».