Il bostrico si è diffuso in tutta l'alta Valle Brembana: intere foreste rischiano di sparire
Dopo la Val Fondra, il coleottero letale per le abetaie si è esteso anche nei Comuni vicini, da Valleve fino a Moio de' Calvi. L'allarme dei sindaci
Le foreste dell'alta Valle Brembana sono a serio rischio. E la colpa è tutta del bostrico, un coleottero tanto piccolo quanto letale, che da anni sta mangiando intere abetaie. La stima raggiunge (e forse supera) i trecento ettari già compromessi. Da questa annosa questione - se ne parla ormai da vent'anni, in alta Valle - giunge un nuovo allarme: dopo la Val Fondra, il coleottero si è esteso anche nei Comuni vicini, da Valleve fino a Moio de' Calvi. «Sarà un disastro», è il monito dei sindaci.
Il rischio concreto, infatti, è quello di perdere tutti i boschi, tutte le abetaie che - nel giro di qualche anno - potrebbero sparire, mangiate da quell'insetto che si nutre del legno tenero che si trova sotto la corteccia. A contribuire a questa «esplosione» di bostrico è stata, prima fra tutte, la tempesta Vaia del 2018 e il fortissimo vento che ha fatto cadere decine e decine di piante la cui mancata bonifica ne ha favorito la riproduzione. Poi ci si mette anche la siccità, che non permette agli alberi di avere forze sufficienti per difendersi dal coleottero devastatore.
Il bostrico mette a rischio anche i paesi
Ma i rischi non si limitano alle sole foreste, bensì si estendono anche a paesi e comunità che ci vivono attorno. In un territorio dove il problema del dissesto idrogeologico è già di per sé piuttosto elevato, gli alberi caduti potrebbero contribuire sensibilmente a nuove frane e smottamenti che - complice la pendenza del terreno - potrebbero essere portati a valle durate le piogge. Per non parlare delle piante che si trovano a bordo della Strada Provinciale, che rappresentano un potenziale pericolo per chi transita sulla carreggiata.
Per risolvere il problema del bostrico, servirebbe un importane (e costoso) intervento. Soltanto a Branzi, i costi stimati sfiorano i dieci milioni di euro, tra taglio degli alberi malati, pulizia del bosco (importantissima per evitare la diffusione del bostrico) e piantumazione di nuovi alberi di diversa tipologia, come larici o cedui. Il Comune, lo scorso anno, ha presentato di fattibilità a Regione e Ministero. Nel frattempo si è intervenuto in Val Fondra con interventi di circa 50 mila euro, che non hanno però risolto la problematica. La situazione resta, perciò, ancora molto delicata.