Alto rischio

Il caldo fa proliferare le zecche: nelle valli bergamasche ora colpiscono anche in autunno

Negli ultimi anni si è verificato un solo caso di encefalite da zecca: a contrarla un cacciatore in Val Brembana nel novembre 2022, guarito

Il caldo fa proliferare le zecche: nelle valli bergamasche ora colpiscono anche in autunno
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Cambia il clima e, con esso, anche la diffusione delle zecche. Le temperature più elevate favoriscono la presenza nelle valli bergamasche di questi pericolosi parassiti anche a settembre, ottobre e novembre, mesi in cui - di norma - non dovrebbero proliferare.

A lanciare l'allarme è stato il medico veterinario di Ats Bergamo Luca Pelliccioli, durante un convegno tenutosi ieri sera (6 settembre) alla Fiera zootecnica di Sant'Alessandro, intitolato "Conoscere le zecche: un problema sanitario in un contesto ambientale in evoluzione".

Durante il simposio, moderato dal direttore del dipartimento di Veterinaria di Ats Bergamo Antonio Sorice, si è parlato dell'aumento in tempi recenti delle zecche, specialmente nelle zone delle valli bergamasche.

Le cause, come scrive L'Eco di Bergamo riportando uno stralcio del discorso di Pelliccioli, sono principalmente il cambiamento climatico, una maggiore movimentazione delle persone e l'aumento della fauna selvatica.

Raccolte e analizzate 34 zecche nel 2024

Risale al 2012 il Piano regionale di monitoraggio e controllo sanitario della fauna selvatica, a cui fa seguito il più recente (redatto lo scorso maggio) il Piano regionale di monitoraggio e controllo delle malattie trasmesse da zecche, utile a mappare la valutazione del rischio, aumentare la sorveglianza e favorire la prevenzione informando chi frequenta gli ambienti montani.

Per fare ciò, è previsto il conferimento di zecche raccolte su animali e uomini in appositi centri di raccolta, affinché possano venire analizzate: nel 2024 il totale raccolto e analizzato ammonta a 34 zecche.

In Bergamasca, negli ultimi anni, si è verificato un solo caso di Tbe, l'encefalite da zecca, una delle possibili complicanze derivanti dal morso del parassita: risale al novembre 2022 ed era stata contratta da un cacciatore in Val Brembana che ora è guarito dopo un lungo periodo di malattia.

Durante il convegno sono intervenuti anche Irene Bertoletti (dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna - sede di Bergamo) e Paola Prati (per la sede di Pavia); Elena Lombarda del dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria di Ats Bergamo, Alessandra Tebaldi dell'Unità malattie infettive dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo e Francesco Marchiori del dipartimento di Prevenzione Ussl9 Regione Veneto.

Commenti
Francesco Giuseppe

Con l'erba alta non tagliata, poi....

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