Il caso di Salvatore a Ponte San Pietro, il sindaco: «Dal 2023 occupa illegittimamente l'alloggio»
Il Comune chiarisce il caso dell'uomo: «Cancellato dall’anagrafe per irreperibilità. Anche per questo è stata revocata l’assegnazione»

di Laura Ceresoli
In merito all’articolo pubblicato venerdì 21 febbraio dal titolo “Diritto alla casa negato? Il complesso caso di Salvatore di Ponte San Pietro”, l’amministrazione comunale di Ponte San Pietro intende fare alcune precisazioni.
La vicenda ha origine da un procedimento civile avviato per presunta morosità nell’alloggio popolare assegnato a un cittadino. Secondo quanto dichiarato dall’uomo in una lettera inviata alla nostra redazione, la contestazione riguardava una morosità considerata colpevole, nonostante avesse ripreso a saldare gli arretrati grazie al Reddito di cittadinanza.
Tuttavia, con una sentenza emessa a dicembre, il Tribunale ha stabilito che la sua situazione non soddisfaceva i criteri per il mantenimento dell’appartamento. Il Comune di Ponte San Pietro ora fa alcune precisazioni: «Premessa doverosa: a tutela dei cittadini onesti e dei tanti corretti inquilini delle abitazioni comunali e per un principio sacrosanto di diffusione delle notizie complete e non distorte a proprio uso e consumo, l’amministrazione è impegnata a proseguire senza indugio con tutte le azioni sia amministrative sia legali già intraprese in merito alla vicenda sollevata fin quando, si spera presto, si concluderà».
Entrando poi nel merito della questione, l'amministrazione Macoli spiega: «Il caso non risulta affatto complesso ma, se spiegato correttamente, è molto chiaro e pertanto intendiamo precisare alcune circostanze che sono state erroneamente riferite dall’interessato. Innanzitutto, evidenziamo che il signor Salvatore, già ad aprile 2023, era stato cancellato dall’anagrafe della popolazione residente per irreperibilità accertata, ossia per non avere occupato, per almeno un anno, la casa popolare assegnatagli, il tutto con una procedura che è stata esaminata sia dalla Prefettura di Bergamo sia dal Tribunale e giudicata assolutamente corretta».
Per effetto sia della cancellazione anagrafica (...)
Salvatore non ha approfittato di nulla, anzi, è stato "punito" prorpio per non aver chiesto aiuti al comune e aver provato a fare da solo. E' stata fatta anche la proposta al comune di assumerlo fino a saldo del debito, ma è stato rifiutato. Riguardo all'irreperibilità, invece, è faòso che il tribunale abbia deciso nel merito, infatti la causa è ancora pendente.
Se per un anno l'alloggio non è stato abitato segno che il signor salvatore non ne aveva bisogno,soluzione giusta quella del comune .
Ben fatto, caro Salvatore, finalmente un alloggio comunale in più disponibile per qualche vero bisognoso....
Sono sempre esistiti questi personaggi. Aiutare é un dovere cristiano ma si deve sempre fare attenzione agli approfittatori. Chi non ha un lavoro, in cambio di un aiuto, dovrebbe essere utilizzato per svolgere attività nel Comune in base a ciò che potrebbe fare. Anche qui, sono state fatte leggi troppo boniste che premiano gli aprofittatori e non aiutano chi veramente ha bisogno.
reddito di cittadinanza, casa popolare.. occupazione abusiva.. e bravo il nostro Salvatore! E intanto la mamma col bambino disabile e senza casa..