Il colore delle lancette della Torre dei Caduti, Sgarbi e il busto di Antonio Locatelli
Il sottosegretario alla Cultura ha spiegato che se c’è stato uno sbaglio sarà corretto: hanno risposto il sovrintendente Rinaldi e l’assessore Brembilla. Nel frattempo, ritorna la polemica sul ritratto marmoreo dell’aviatore
Dopo qualche giorno è arrivata la risposta del nuovo sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, alla lettera scritta dall’ex deputato leghista Daniele Belotti, il quale riteneva sbagliato il restauro delle lancette e delle lettere dell’orologio della Torre dei Caduti.
Il responso del critico d’arte è riportato oggi (lunedì 7 novembre) dal Corriere Bergamo: «Penso che all’amministrazione del colore dell’orologio importi poco o nulla e che, magari, pure Gori avrebbe preferito che lancette e numeri continuassero ad essere dorati – ha commentato Sgarbi -. Credo che in Comune si siano trovati a prendere atto delle indicazioni della Soprintendenza». Belotti, infatti, aveva tirato in ballo nella sua missiva proprio l’ente e il sovrintendente Luca Rinaldi, responsabile per gli interventi a Bergamo, chiedendo una verifica del loro operato.
«Quella di Belotti è una giusta rimostranza nei confronti della Soprintendenza. Detto questo – ha però continuato l’esponente del governo -, conosco Luca Rinaldi come un professionista molto preciso e a lui chiederò ragione di questa cosa. E del perché sia avvenuta. Se il bronzo dorato non è stato recuperato nel suo colore originario dirò che venga ripristinato e di rimettere la doratura. Insomma, se è stato commesso un errore in buona fede e in modo del tutto involontario, verrà posto rimedio».
La risposta del sovrintendente e dell’assessore Marco Brembilla, riportate dall’Eco di Bergamo, non si sono fatte attendere: «Il cantiere è comunale, le scelte sono comunali, noi abbiamo dato l’assenso, ma nel progetto non c’era la rimozione della vernice gialla – ha dichiarato Rinaldi -. In corso d’opera è venuto fuori che era un imbratto recente. Purtroppo la doratura è scomparsa e il trattamento finale è corretto. La ditta di restauro è molto qualificata e l’ho seguita in altri cantieri». Della correttezza dell’intervento è convinto anche l’assessore: «I lavori sono stati corretti e da questo punto di vista sono tranquillissimo – ha commentato Brembilla -. Il bronzo dorato non era il colore originario dell’orologio, e nel frattempo era stato ossidato dagli agenti atmosferici». L’esponente della Giunta Gori ha comunque fatto presente che, qualora il sindaco gli chiedesse di ripitturarlo con il colore oro, pur non essendo d’accordo nel creare un «falso storico», lo farebbe.
Come se non bastasse un problema, la Torre dei Caduti è al centro di un’altra critica, quella dell’Isrec - l’Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, che ritiene inopportuna la presenza del busto del pilota Antonio Locatelli, esposto tra i Caduti. L’Istituto infatti aveva già scritto una lettera nel 2015, poi riproposta settimana scorsa, in cui spiegava che, pur essendo stato Locatelli un noto combattente del primo conflitto mondiale, era poi diventato uno dei maggiori rappresentanti del fascismo bergamasco. A tal proposito, sia allora che più recentemente l’Isrec ha proposto stralci di lettere inviate dall’aviatore alla madre durante la guerra d’Etiopia, che mostrerebbero un’assenza di empatia nei confronti della popolazione locale colpita dai bombardamenti. Sgarbi ha ritenuto la collocazione del busto inopportuna, Rinaldi si è riservato in futuro delle valutazioni, mentre Brembilla ha ricordato che fu decisa da delibera comunale negli anni Cinquanta, quando in Consiglio sedevano anche partigiani.