Il Comune assegna le case: 20 alloggi contro 361 richieste
Pubblicata sul sito del Comune di Bergamo la graduatoria per l’assegnazione degli alloggi. Il bando di ambito chiuso lo scorso 30 maggio riporta una situazione difficile. L’84% dei richiedenti sono soli, residenti a Bergamo e in condizione di disagio
Aumentano gli indigenti a Bergamo e le persone in situazione di difficoltà familiare e abitativa. Lo provano le numerose richieste pervenute al bando di Ambito, chiuso il 30 maggio scorso, per l’assegnazione di alloggi hanno raggiunto numeri alti rispetto all’effettiva disponibilità, soprattutto per quanto riguarda Bergamo città. Da oggi, 23 giugno, sul sito del Comune è stata pubblicata la graduatoria per l’assegnazione dei 20 posti del Comune di Bergamo, per il quale però sono arrivate ben 361 domande. Una goccia in mezzo ad un mare, anche perché 303 richiedenti hanno dichiarano di essere residenti a Bergamo e, in particolare, 137 da più di 10 anni. Le percentuali dipingono un quadro nel quale l’84% dei richiedenti sono soli, residenti a Bergamo e in condizione di disagio.
Marzia Marchesi, assessore all’edilizia residenziale pubblica, conferma: «Nel quadro statistico e sociale che si osserva leggendo i dati dei richiedenti un alloggio del Comune di Bergamo, emerge la netta prevalenza di persone sole residenti a Bergamo, per buona parte da oltre 10 anni, che presentano spesso un disagio di natura "familiare" o “abitativo”». Aggiunge: «Nell'avviso 2021 gli indigenti, cioè coloro che hanno un Isee inferiore ai tre mila euro, rappresentavano poco meno del 38%; nell’avviso 2022, la percentuale è salita al 40%. Rispetto a queste necessità, il regolamento regionale prevede che solo il 20% degli alloggi sia riservato a questa fascia». Nel suo complesso, il bando di ambito riguardava 78 alloggi complessivi, di cui 70 a Bergamo (i 20 del Comune di Bergamo sopra indicati e 50 di Aler), 4 a Torre Boldone (2 del Comune di Torre Boldone, 2 di Aler), 2 a Ponteranica, 1 a Gorle e 1 a Orio al Serio. Le regole del bando prevedevano che fosse possibile fare domanda per un’unità abitativa nel Comune di residenza, o per una nel Comune in cui si lavora, scegliendo massimo due alloggi senza ordine di preferenza tra quelli che il sistema mette a disposizione in base alle caratteristiche del nucleo familiare. Dai dati ricavati dalle numerose domande pervenute è stato possibile notare come il 45% di chi fa domanda sia solo, ovvero rappresenti un nucleo composto da una sola persona. Il dato evidenzia una fatica sociale e familiare, prima ancora che abitativa, a carico soprattutto oltre di persone sole, oppure di nuclei familiari allargati (anche se in proporzione lo stacco è di più della metà).