Il giallo delle due mappe della Morla: passa accanto o sotto alla nuova Gamec?
Ida Tentorio: «Il progetto della Galleria d'arte è da rivedere. Le cartine sono imprecise e il magazzino delle opere rischia di finire nell'alveo del torrente»
di Wainer Preda
Comunque lo si veda, è stato un disastro. Ambientale, strutturale, economico, perfino morale. Il nubifragio che ha provocato l‘esondazione dei torrenti Morla e Tremana e l’allagamento di diversi quartieri di Bergamo è costato un’enormità. Danni per oltre 31 milioni, stando alle stime.
A tanto ammontano le richieste di risarcimento presentate alla Regione. Quasi mille autocertificazioni (942 per la precisione) compilate dai privati. Nello specifico, 786 moduli telematici relativi a danni ad abitazioni, garage e cantine, per un totale di 19 milioni e mezzo.
Altri 10 milioni invece per 156 istanze depositate da titolari di attività economiche e produttive danneggiate dall’acqua o dal fango. In più il Comune dovrà farsi carico di 1,7 milioni per la pulizia delle strade, la raccolta dei detriti, la bonifica dei parchi, la sistemazione di edifici pubblici (la più colpita è la Social Domus di Santa Lucia) e i 10 metri di parapetto crollati sulle Mura, a Sant’Agostino.
La città che dopo il Covid si sentiva invulnerabile è stata messa di nuovo a dura prova. Ed è un miracolo che non ci sia scappato il morto. Lo ha detto chiaramente la sindaca Elena Carnevali: «Ringraziamo il Cielo che il nubifragio è avvenuto di notte, con la gente nelle case».
I bergamaschi, come loro solito, si sono rimboccati le maniche. Nel giro di due giorni Bergamo era di nuovo in piedi. Con un grande sforzo corale, come spesso accade nei casi d’emergenza. Protezione civile, vigili del fuoco, alpini, volontari, ultras nerazzurri senza bandiere ma con le pale, Comune, Aprica, Questura.
Resta però l’amarezza di chi ha perso molto, talvolta tutto, e non per colpa sua. O il rammarico di chi, immerso nel fango, non è riuscito a compilare la stima dei danni e dunque non riceverà neanche il minimo. Nemmeno per le auto, inutilizzabili. Ed è paradossale che una delle città più ricche e generose d’Italia, sempre prodiga di aiuti a chiunque, «stavolta non si sia mobilitata per una sottoscrizione a favore dei suoi concittadini in difficoltà», fa notare giustamente sui social Mirko Insenghi.
I risarcimenti, forse
Ma tant’è. Tutta la documentazione arrivata in Comune è stata passata alla Regione. Ora toccherà a Palazzo Lombardia riconoscere in tempi rapidi lo stato di emergenza di livello B e relativi fondi. Solo allora partirà la procedura di risarcimento. Ogni singolo caso sarà analizzato dai periti del Pirellone, per stabilire cosa sia risarcibile e cosa no.
Mercoledì 17, il consiglio regionale ha dato il via libera alla richiesta dello stato di emergenza di livello C, a Roma. L’effetto è quello del contadino che chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati. I fondi statali, se arriveranno, integreranno quelli regionali. La storia insegna che i tempi della burocrazia non sono brevi. E che spesso i risarcimenti finiscono per avere entità molto inferiori alle attese. Staremo a vedere.
Intanto un gruppo di residenti di via Baioni si è rivolto all’avvocato Benedetto Bonomo e ha presentato un esposto contro ignoti. Il documento chiede alla Procura di verificare la sussistenza del reato di inondazione (...)
Un mio ricordo del 1953 circa. Abitavo a Zanica, dove La morla, come la chiamavamo noi, si biforcava: quella piccola passava dal paese e il MURLU' seguiva il percorso attuale. Era piovuto tanto e, tornato il sereno, eravamo andati a vedere la piena del Murlù. C'era un povero asino con attaccato ancora il carretto che annaspava, trascinato dalla corrente: probabilmente sarà annegato. La roggia, prima di essere rinominata torrente, scorreva tutta all'aperto e quindi permetteva una agevole rimozione di rami ed alberi ben visibili. Non era stata intubata come per es. all'Italcementi, e quindi non aveva "tappi" che avrebbero potuto causare esondazioni a monte. Ero un ragazzino e non ricordo di danni in città, come ora. Per favore, chiedo alla Redazione di verificare questa ultima mia osservazione. E anche, se possibile, di confrontare la quantità di pioggia caduta allora con quella del 9 settembre.
Fra un rimpallo e l'altro di responsabilità degli "organi competenti" sembra filtrare l'idea che i proprietari di abitazioni confinanti con i torrenti esondati dovranno anche sobbarcarsi i costi del rifacimento dei muri di cinta demoliti, senza riconoscere che hanno anche la funzione di argine per tutte le abitazioni circostanti.
Da Open Street Map, si evince che il torrente Morla, dopo aver costeggiato viale Giulio Cesare verso pzl Oberdan, scorre in realtà sotto via Patentino e all' altezza del civico 14c piega a sx x dirigersi poi verso via Suardi e proseguire il suo iter
Non so se il letto del Morla sia stato deviato quando fu interrato. Io ricordo che, prima, c'era una casa di ringhiera dove adesso ci sono i chioschi e il Morla passava fra la casa e via Pitentino, quindi sotto l'attuale parcheggio.
Costruire sopra la Morla, chiuderla sotto terra, stringerla tra muri di cemento. Non avete imparato proprio niente! 🙈