In bilico

Il governatore Fontana conferma: «La Lombardia potrebbe passare in zona gialla»

Intervenuto a radio e tv, il presidente ha sottolineato come «siamo ai limiti, ma non in una situazione grave. Tanti non vaccinati ricoverati»

Il governatore Fontana conferma: «La Lombardia potrebbe passare in zona gialla»
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«Siamo ai limiti tra la zona bianca e la zona gialla. Abbiamo superato alcuni parametri della zona bianca, ma siamo in una situazione di non particolare gravità». A dichiararlo è stato ieri, martedì 28 dicembre, il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo alla trasmissione Zapping su RadioUno Rai.

«C'è la possibilità - ha poi aggiunto Fontana intervenendo a Sky Tg24 - che si passi in zona gialla. La decisione verrà presa in base ai numeri di giovedì, ma in questo momento, se non ci saranno miglioramenti nei prossimi giorni, è molto probabile che ciò avvenga».

Secondo i dati del Pirellone, nella giornata di ieri su 24.271.080 tamponi effettuati (224.557 in più di lunedì 27 dicembre) sono stati individuati 28.795 nuovi positivi, il 12,8 per cento del totale. Nei reparti ordinari degli ospedali sono ricoverati 1.698 pazienti (158 in più di lunedì), mentre in terapia intensiva se ne trovano 193 (6 in più rispetto al giorno prima).

«Il numero dei contagi sta sicuramente aumentando - ha spiegato il presidente - e in maniera abbastanza consistente, ma devo dire che per quanto riguarda i ricoveri ordinari in ospedale e quelli in terapia intensiva, non siamo ancora in una situazione di tensione».

«Le percentuali dei ricoverati in ospedale - ha poi detto Fontana - sono superiori nei non vaccinati. In Lombardia abbiamo il 10 per cento di non vaccinati, ma costituiscono il 55 per cento di quelli ricoverati in ospedale. Questo spiega, giustifica e chiarisce come la vaccinazione sia fondamentale».

«In questa occasione si nota il grande vantaggio e merito di aver fatto i vaccini, che non solo limita il numero di contagiati, ma anche - ha concluso il governatore - quello delle persone che devono ricorrere alle cure ospedaliere».

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