Il modello dell'ex Sace a Bergamo: progettare coi cittadini (e non è facile...)
In tre serate, l’Amministrazione ha incontrato i residenti dei quartieri toccati dal progetto chiedendo loro proposte e idee per l’utilizzo di due aree pubbliche

di Elena Esposto
La sera di martedì 6 maggio, presso il Centro per tutte le età di via Biava a Bergamo, si è tenuto l’appuntamento finale del processo partecipativo nell’ambito della riqualificazione dell’area ex Sace, alla presenza dell’assessora Claudia Lenzini (Politiche della casa, partecipazione e affari legali), dell’assessore alla Rigenerazione urbana ed edilizia del territorio, Francesco Valesini, e dei due progettisti, l’architetta Laura Rossetta e il paesaggista Andrea Cornolti.
L’intero processo si è svolto in tre serate e ha visto coinvolti i residenti dei quartieri di Valtesse, Concafiorita, San Colombano e Monterosso, con l’obiettivo di identificare i migliori possibili utilizzi delle due aree pubbliche (piazza e sala civica) che verranno realizzate all’interno del complesso abitativo.
La riqualificazione
Il nuovo progetto - che, stando al cronoprogramma presentato dall’architetta Rossetta, partirà all’inizio del 2026 e impiegherà tre anni a essere completato - prevede la costruzione di sei palazzine da cinque, sei e sette piani disposte a volumi sfasati, una residenza sociale con sedici appartamenti in edilizia convenzionata, oltre ottanta nuovi posti auto a bordo strada e un sistema di piazze e percorsi pedonali che renderanno l’area “permeabile” nell’ottica dell’equilibrio tra spazio pubblico e privato.
La piazza centrale, caratterizzata da superficie drenante e copertura arborea, dovrebbe essere un vero e proprio bosco urbano, mentre la piazza rivolta verso via Pinetti sarà pavimentata. Prospiciente a essa verrà costruita la sala civica, un edificio a piano singolo con una superficie di 250 metri quadrati.
Il metodo partecipativo
Nelle serate del 17 e del 22 aprile, la cittadinanza è stata coinvolta direttamente in una serie di tavoli interattivi, moderati dagli operatori delle Reti di Quartiere, per definire come rendere piazza e sala civica funzionali ai bisogni dei cittadini. Durante il primo incontro (...)
A dire la verità, il progetto è stato modificato solo dopo le contestazioni dei cittadini, fatte per anni con dimostrazioni fgattive, in zona ed in comune, con relativi rendering della schifezza che era stata progettata per prima.