La chiusura

Il panificio Nessi di Porta Nuova abbassa le saracinesche per sempre

Dopo 70 anni di attività lo storico forno non riaprirà dopo la pausa di agosto

Il panificio Nessi di Porta Nuova abbassa le saracinesche per sempre
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Abitudini cambiate, offerta di “street food” moltiplicata e multiforme, desertificazione del centro. Con l’aggiunta della pandemia, delle scuole chiuse a lungo e dello smart working. Una serie di ingredienti che hanno convinto i titolari del mitico panificio Nessi di Porta Nuova a non riaprire dopo la chiusura di agosto dopo 70 anni di attività.

Il negozio fu aperto nel 1950 da Giuseppe Nessi, allora 22enne. Oggi la seconda generazione, rappresentata dai fratelli Attilio e Aurelio Nessi (con la moglie Emanuela Micheletti), 65 e 62 anni, ha preso la dolorosa decisione, dopo che già nel 2015 la famiglia aveva chiuso un altro noto forno di proprietà, la Casa della Merenda» in via Tasso.

La posizione è sempre di gran passaggio, ma non più come una volta. Il flusso continuo e abbondante di clienti lungo tutto l’arco della giornata era da mesi un lontano ricordo. Certo, l’offerta si poteva declinare sulle nuove tendenze, magari strizzando l’occhio all’aperitivo – come hanno fatto altre famiglie di panettieri bergamaschi –, ma ai fratelli Nessi manca il ricambio generazionale che ci possa mettere idee ed energie.

C’è anche un problema di frequentazione di Porta Nuova. I titolari lamentano l’accesso quotidiano di gruppi di giovani maleducati che creano problemi con piccoli furti e atti vandalici.

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