«Il semaforo verde fisso alla Martinella, lungo la provinciale? Non cambierà nulla»
Lunedì (12 maggio) parte la sperimentazione. Ivano Pasetti, sentinella dell’incrocio, si dice scettico: «Situazione ben più grave di quanto si immagini»

di Paolo Aresi
«Guardi, che si faccia pure la sperimentazione del semaforo verde alla Martinella, ma non cambierà nulla. E sa perché? Perché alla mattina e alla sera, nei momenti peggiori, si blocca tutto: le automobili invadono anche l’incrocio e non passa più nessuno, tutto è fermo. La mattina la coda parte su ad Alzano, occupa l’incrocio e arriva fino alla rotatoria delle valli... spesso le auto occupano l’area della intersezione e allora ci sono gli automobilisti della via Martinella che cominciano a suonare, arrabbiatissimi... Ma insomma, la situazione è ben più grave di quanto si immagini e lo spegnimento del semaforo sarà come dare un cucchiaio di acqua a una persona che muore di sete».
Ivano Pasetti l’incrocio della Martinella lo conosce bene, ci è praticamente nato e ancora oggi ci lavora con il suo negozio di vecchi e antichi arredi. L’aria che respira non è propriamente salubre, ma in fondo ci è abituato. Il 12 maggio alla Martinella verrà avviata una sperimentazione: il semaforo che regola il traffico resterà verde fisso per chi va e arriva dalla valle. Ci sarà soltanto il pulsante della chiamata per i pedoni. È una novità chiesta da vent’anni almeno, e finalmente, dopo l’intervento traumatico del sindaco di Gorle, Giovanni Testa, verrà adottata.
Un piccolo salto indietro. Il 3 di marzo scorso il Comune di Gorle impedì l’accesso alle sue strade, Martinella compresa, nelle ore di punta per evitare l’invasione dei veicoli nel territorio del paese. Questo portò la situazione già critica della provinciale 35 al collasso con code ancora più chilometriche. Si fecero riunioni in Provincia, si chiese al sindaco Testa di fare un passo indietro. Alla fine, si arrivò a un armistizio: il Comune di Bergamo apriva alla sperimentazione del semaforo della Martinella e Gorle riapriva le sue strade.
In effetti parlare di sperimentazione del semaforo della Martinella di fronte all’enormità del problema traffico negli orari di punta fa sorridere. Un problema che comporta mezze ore di tempo perso in auto per chi deve andare al lavoro oppure tornare a casa, un problema di inquinamento perché le auto in coda bruciano inutilmente carburante. Una situazione pesantissima peggiorata dai tanti cantieri oltre che da scelte sbagliate. Ci sono sere in cui la coda per la Val Brembana, ad esempio, comincia al sottopasso del rondò delle valli e arriva fino alla geniale doppia rotatoria di Valtesse, e poi oltre.
L’antiquario della Martinella sembra avere le idee chiare. Dice Ivano Pasetti: «Il semaforo verde per la Martinella è di circa 35 secondi, quello verde per la provinciale della Val Seriana dura circa 180 secondi. Io penso che lo spegnimento non influirà sul traffico negli orari peggiori anche perché nelle ore di punta ci sono anche tanti pedoni e tanti ciclisti che attraversano la strada e che quindi chiameranno il verde al pulsante. Inoltre segnalo due problemi (...)
Contestualmente al cavalcavia sulla rotatoria delle valli, alla martinella invece del semaforo andava realizzata una rotatoria lo capiva anche un bambino. il semaforo ha tempi morti che con traffico intenso sono pesantissimi.
Non servirà a nulla il semaforo, anzi creerà solo un notevole aumento di traffico a Torre Boldone xchè gli abitanti di redona x andare a Gorle o in val Seriana non faranno certo il rondò bonaldi, ma passeranno da pza papà Giovanni a Torre. Nessuno dei geni della provincia e l'ammne di Torre Boldone ci ha pensato?
A chi critica a priori la sperimentazione: lasciamo tutto così com'è, ovvero 35.000 veicoli al giorno in transito che si devono fermare a un semaforo? E soprattutto: ipotesi alternative? Il vero problema è che ci sono troppe macchine in giro, a causa sia della carenza dei mazzi pubblici sia alla pretesa che tutti vigliono sempre e comunque andare in macchina.
@Lucia abbiamo pochi spazi e’ vero , ma appunto per questo serve un piano organico che riguardi tutta la provincia con parcheggi di interscambio per i lavoratori , aumento dei servizi pubblici , .. in diverse città europee di fa così ! E poi , il lavoro sotto casa è un sogno di chi è rimasto negli anni 70 .
Lucia: forse lei non lavora, per dare consigli del genere. Oggigiorno il lavoro non lo devi cercare in base a dove vivi, ma in base a quello che sai fare e per cui ti cercano come competenze specifiche. Poi, se per caso trovi un lavoro vicino a casa, è matematico che, dopo qualche anno o la ditta chiude o si trasferisce, e così torni a viaggiare.Il "lavoro vicino a casa" è roba del secolo scorso Il lavoro si sposta, la casa non puoi (e non vuoi, se hai una casa che ti piace) continuare a cambiarla.