Il sindaco di Ponte San Pietro tira dritto: si abbattono 50 tigli in via Papa Giovanni
Consiglio infuocato sul progetto di riqualificazione del viale alberato. La minoranza attacca: «Grave scelta, si ignora la voce dei cittadini»

di Laura Ceresoli
Il progetto di riqualificazione di via Papa Giovanni XXIII ha acceso il dibattito tra maggioranza e opposizione durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Ponte San Pietro.
Per la messa in sicurezza di questa storica arteria alberata del quartiere Villaggio si prevede, infatti, tra le altre cose, l’abbattimento di una cinquantina di maestosi tigli ultracinquantenari. Un intervento che la lista di minoranza “Tu per Ponte al futuro” ha cercato in ogni modo di bloccare durante la seduta consiliare dove non è tra l’altro passata inosservata, in un momento così delicato, l’assenza dell’assessore competente in materia ambientale Barbara Bertoletti.
Fermo sulle sue posizioni il sindaco Matteo Macoli, che ha ribadito con fermezza le motivazioni che spingono l’amministrazione a portare avanti il progetto: «Via Papa Giovanni XXIII si trova in una situazione non più sostenibile dal punto di vista della sicurezza e della mobilità. I marciapiedi sono gravemente danneggiati: le radici degli alberi li hanno sollevati al punto da renderli impraticabili, soprattutto per chi ha disabilità, per i genitori con passeggini, per gli anziani. In molti tratti i pedoni sono costretti a camminare in carreggiata, con rischi evidenti. Non possiamo continuare a ignorare questa situazione».
Per giustificare l’abbattimento delle piante, il primo cittadino ha fatto riferimento alla relazione agronomica: «Secondo i tecnici, circa il 10 per cento degli alberi è già malato o instabile, con precedenti episodi di caduta. Quegli esemplari devono essere rimossi con urgenza, a prescindere dal resto del progetto. Inoltre, le radici stanno già danneggiando i muri di diverse abitazioni private lungo il viale. È un problema reale, destinato a peggiorare. Anche l’illuminazione pubblica ne risente: gli alberi esistenti bloccano la luce e creano zone buie che non possiamo più tollerare».
Macoli ha difeso la visione di lungo periodo (...)