Sanità

Il trucco della Regione Lombardia per far sparire le liste d'attesa (che restano infinite)

È il sistema delle "agende" che vengono chiuse quando si raggiunge il limite. E ai cittadini non resta che rivolgersi ai privati

Il trucco della Regione Lombardia per far sparire le liste d'attesa (che restano infinite)
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di Paolo Aresi

«Ormai non chiedo nemmeno più la visita specialistica del Servizio sanitario nazionale, è già bello che ho il medico di base. Sono stata operata di tumore, ho subito un intervento al cuore, dieci ore di operazione e ho altri guai, ho 66 anni e non mi faccio mancare niente... Meglio metterla sul ridere. In casa viviamo in due, abbiamo una pensione complessiva di duemila euro al mese, riusciamo a pagare le visite specialistiche private. Il problema è per chi i soldi non ce li ha». Graziella Locatelli abita a Bergamo. Dice che ha rinunciato alle visite specialistiche con il servizio sanitario perché era impossibile prenotare.

Continua: «Prima c’erano liste infinite, magari prendevi appuntamento dal cardiologo dopo un anno. Ma l’appuntamento riuscivi a prenderlo. Da quando hanno chiuso i Cup degli ospedali e tutto è centralizzato in Regione è diventato impossibile prenotare. Chiami il numero verde, se ti va bene ti rispondono dopo lunghe attese e la maggior parte delle volte ti dicono che le agende sono chiuse. Vuole dire che per quella particolare prestazione è stato raggiunto il tetto e che non si può più prenotare. Così le liste d’attesa spariscono, come per magia!

Ma il problema non è risolto. Mi han detto che hanno fatto così anche per le case popolari, sempre su iniziativa della Regione. Cancellate le liste di attesa, ogni tot si riaprono le prenotazioni e se sei fortunato e azzecchi i giorni allora entri, altrimenti resti fuori e la finestra viene chiusa».

Regione soddisfatta

Dalla Regione è stato diffuso il 5 ottobre un comunicato in cui si sottolinea come la Sanità regionale sia in recupero dopo il disastro Covid. In particolare, si fa notare come nei primi otto mesi del 2022 si sia tornati ai livelli di operatività del 2019; si nota un inizio difficile (nel gennaio 2022 le prestazioni furono del 79 per cento rispetto al gennaio 2019, ma poi le cose sono migliorate e ad agosto si è toccato il 109 per cento). Una buona notizia.

La Regione ha mandato anche una tabella dei ricoveri oncologici, cioè per tumore, con i dati dal 2019 a oggi. Anche in questo caso è in atto un recupero, anche se il livello pre-Covid non è stato raggiunto. Nel 2019 i ricoveri totali furono 76 mila, nel 2020 si scese a 58 mila, nel 2021 si risalì a 68 mila mentre nei primi sette mesi di quest’anno, fino al 31 luglio, eravamo a 42 mila: facendo la media di seimila ricoveri per mese, dovremmo arrivare a 72 mila a fine anno, al di sotto quindi del 2019.

La Regione, a fronte di questa diminuzione, fa notare come sia migliorato (...)

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