Il rapporto Tpl

In Bergamasca aumenta del 19% l'uso di mezzi pubblici, ma in provincia si fa ancora fatica

L'analisi dell'Agenzia mostra uno spaccato tra la città e le zone extra-urbane, dove si comprano pochi biglietti (e per lo più mensili)

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Il Trasporto pubblico locale ha subito un duro colpo dalla pandemia: da quell'anno, per motivi comprensibili, gli acquisti di titoli di viaggio sono calati in modo drastico, per poi registrare una ripresa progressiva dal 2022. Una ripresa che, però, risulta senza dubbio a due velocità e crea uno spaccato evidente tra l'area urbana di Bergamo e la realtà della provincia, dove la situazione invece non si è mai riavvicinata ai livelli del 2019.

La fotografia arriva dal primo "Bollettino statistico dell’andamento della vendita dei titoli di viaggio nel bacino di Bergamo", un'analisi che da settembre verrà pubblicata ogni mese da Tpl, con tutti i dati di vendita registrati ogni trentina di giorni dagli operatori di bacino.

Una timida ripresa

Da quello appena pubblicato si notano alcuni aspetti interessanti: innanzitutto la conferma di un recupero in questi ultimi otto mesi, da gennaio ad agosto 2024, del 19 per cento (rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) sul valore delle vendite, che permette di avvicinarsi ancor di più alle cifre del periodo precedente il Covid. I ricavi sono stati di 15,6 milioni di euro, quando invece quattro anni fa erano 18,1 milioni di euro.

Confronto del numero di titoli di viaggio venduti in Bergamasca nel 2019 e nel 2024

Il maggior contributo ai ricavi arriva dall'acquisto di biglietti e carnet, che nell'area urbana pesano per il 74,1 per cento, mentre in quella extra-urbana per il 40 per cento. In provincia, però, si nota come comunque la vendita di biglietti non abbia mai recuperato completamente, mentre invece l'acquisto da parte degli utenti degli abbonamenti mensili ha avuto un incremento notevole, dal 19 per cento del 2019 al 34 per cento del 2024.

Uno spaccato tra città e provincia

In area urbana, la vendita di biglietti e carnet ha in pratica raggiunto i livelli pre-Covid, mentre gli abbonamenti sono ancora lontani. Nell'area extra-urbana invece avviene proprio il contrario, ovvero si vendono molti meno biglietti, mentre vanno per la maggiore gli abbonamenti mensili, in netto contrasto con le scarse vendite di quelli settimanali e quelle modeste degli annuali. In ogni caso, si registra nel complesso un arretramento dei viaggi venduti, che passano dai 16,8 milioni del 2019 agli 11,6 milioni del 2024 nel periodo compreso tra gennaio e agosto.

Il confronto in percentuale con il 2019 delle vendite di titoli di viaggio in Bergamasca

Complementare all'analisi sarà lo studio sullo stato della mobilità nella nostra provincia, commissionato a Isfort, che l'agenzia Tpl presenterà il prossimo sabato 28 settembre, alle 9.30, alla Sala del Consiglio della Provincia di Bergamo, nell'ambito della Settimana europea della mobilità sostenibile.

Commenti
ROBERTO CAPITANIO

A Brusaporto non arriva neanche l'ATB...

Paolo

I viaggiatori ci sono anche in extraurbano la differenza è che non si comprano i biglietti …

Marcello

Senza bisogno di aspettare le statistiche: il servizio pubblico nei paesi è di qualità così bassa che lo usa solo chi non ne può proprio fare a meno, per esempio gli studenti (che fanno gli abbonamenti e non certo biglietti o carnet a prezzo maggiorato). Chi lavora non può permettersi di perdere 3 ore al giorno per fare 15+15 km. O meglio, usa il servizio pubblico solo se non ha assolutamente nessun'altra opzione reale.

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