A questo punto non c’è altro rimedio che intensificare i pattugliamenti sulle strade da parte di polizia di Stato, carabinieri, polizia locale, guardia di finanza. Occorre aumentare i controlli, anche quelli elettronici, e la severità se si vuole ottenere qualche risultato nella battaglia contro gli incidenti stradali nella nostra provincia.
Il numero delle vittime quest’anno è enorme: 68 morti da gennaio a oggi, 57 dei quali bergamaschi. Il 2025 si sta rivelando l’anno più nero della sicurezza stradale, più drammatico ancora del 2024 (52 in tutto l’anno, 44 bergamaschi), e peggio del 2023 e del 2022. Ma a rendere ancora più sconvolgenti queste cifre c’è un dato su tutti: la giovane età di chi perde la vita negli incidenti. Gli under 30 sono passati da 8 a 17, il 112,5 per cento in più.
I tre morti di domenica 9 novembre all’alba sulla tangenziale a Stezzano dicono ancora una volta che il problema non sono le strade, ma la velocità, l’azzardo, la fretta di arrivare cinque minuti prima senza rendersi conto che si mette a rischio la vita propria e quella degli altri.
Un sorpasso azzardato, un colpo di gas alla moto, la velocità, insomma. Unita spesso allo sballo. E contro questi nemici servono educazione e campagne informative (chi volesse rendersi conto dell’entità del dramma basta che dia un’occhiata a giornali e siti internet), ma assai di più controlli e sanzioni: un deciso giro di vite. Perché Bergamo è stabilmente tra le province italiane con più vittime sulle strade, subito dietro a Milano e Brescia. Senza contare gli incidenti, anche gravi e con feriti che si ripetono ogni giorno.
Saltando gli anni del Covid, il confronto con il recente passato, è impietoso. Nel 2022, secondo i dati Aci, si sono contate 46 vittime, 17 delle quali under 30; nel 2023 i morti sono stati 41 (14 under 30); nel 2024, 52 (8 under 30, 44 bergamaschi). Oggi siamo – lo ripetiamo – a 68 decessi, 17 dei quali under 30. 57 i bergamaschi.
«I giovani sono sempre più coinvolti in incidenti mortali (…)