Indagine epidemiologica sull'aeroporto di Orio: quella fretta di dire che va tutto bene
Lo studio è appena iniziato e durerà almeno un anno, ma qualcuno ha già tirato le conclusioni, “sfruttando” dati non aggiornati
di Andrea Rossetti
«È davvero una buona notizia l’approvazione unanime del piano di zonizzazione acustica aeroportuale. È l’unico strumento di regolamentazione dell’impatto acustico previsto dalla legge. Questo costituisce, insieme all’indagine epidemiologica, uno strumento di tutela dei cittadini con l’obiettivo di rendere più sostenibile il rapporto tra l’aeroporto - asse strategico dello sviluppo del nostro territorio - e il benessere e la qualità della vita di chi abita i quartieri».
Sono parole di Elena Carnevali, candidata sindaco del centrosinistra a Bergamo, molto simili a quelle pronunciate da Giorgio Gori. Con una piccola ma sostanziale differenza: Carnevali cita anche, a differenza del primo cittadino in carica, l’indagine epidemiologica.
Perché sì, l’approvazione della zonizzazione acustica è importante (consente alle Amministrazioni di avere dei parametri di riferimento per monitorare, almeno in termini di rumore, l’attività dello scalo), ma non è l’unico documento necessario affinché si giunga alla Via, la Valutazione di impatto ambientale. Questa è un atto fondamentale per “sbloccare” il Piano di sviluppo aeroportuale di Sacbo, ovvero la mappa che detta la strada della prossima evoluzione dello scalo in termini di investimenti e numeri. In quest’ottica, una nuova indagine epidemiologica sulla popolazione che vive nei dintorni dell’aeroporto è condizione necessaria per il rilascio della Via.
L’ultima indagine epidemiologica risale al 2012 (periodo analizzato: 2006-2011), a cui ha fatto seguito un monitoraggio sempre di Ats Bergamo tra il 2011 e il 2017. Questi studi furono fondamentali per il Piano di sviluppo aeroportuale approvato in quegli anni e attualmente in vigore e secondo il quale lo scalo sarebbe arrivato a contare 13 milioni 760 mila 941 passeggeri all’anno nel 2030.
Un numero che, in realtà, è già stato superato nel 2019 e che quest’anno verrà demolito. In altre parole, quel Piano di sviluppo è evidentemente... vecchio.
Da qui la necessità di un nuovo documento, che consenta all’aeroporto di realizzare nuovi investimenti e di prevedere un’ulteriore crescita, ma che tuteli anche il territorio circostante. In questo secondo tema rientrano anche le possibili ricadute dell’attività dello scalo sulla salute della cittadinanza.
L’avvio della nuova indagine
Teoricamente, come ha reso noto Ats Bergamo nel maggio scorso rispondendo a una lettera del parlamentare bergamasco di Alleanza Verdi e Sinistra, Devis Dori, per consentire al nuovo Piano di sviluppo di essere operativo quest’anno (ottenendo l’ok dal Ministero dell’Ambiente e da quello delle Infrastrutture) l’indagine epidemiologica avrebbe dovuto essere realizzata entro il 31 dicembre 2022. (...)
Lunico modo per ampliare l'aeroporto di orio e' inglobare la superstrada adiacente alla pista.... che ne dite?
Non possiamo nemmeno aprire le aprire le finestre dall'odore di carburante degli aerei, per non parlare del rumore! Abbiamo: aeroporto, industrie, autostrada, mi sembra che possano bastare Una famiglia di Grassobbio
E chi se ne frega dello sviluppo industriale, se a rimetterci è la salute dei cittadini!!! Maledetto dio denaro !!!! La priorità deve sempre essere la salute. !
Ci vuole un bel coraggio a parlare ancora di ampliamenti !! Non basta il disastro già fatto ?