I dati

La case che mancano (o costano troppo): alta la domanda in provincia, ma una su 4 è vuota

L'analisi commissionata da Spi-Cgil e Sunia Bergamo mostra come 137mila su 640mila abitazioni, nel 2021, erano libere

La case che mancano (o costano troppo): alta la domanda in provincia, ma una su 4 è vuota
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Rimane alta la domanda di abitazioni nella Bergamasca, territorio dinamico per occupazione e migrazione, ma nel quale mancano case e, su quelle che ci sono, pesa il forte incremento dei canoni di affitto.

Sul tema, lo Spi-Cgil (categoria pensionati) e il Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari) della CGIL hanno commissionato uno studio all’istituto di analisi Across Concept di Briga. A livello provinciale, secondo l’Istat, nel 2021 più di una casa su quattro era libera (alcune sono affittate come case vacanza o per tempi brevi, altre lasciate sfitte): 173mila su 640mila, pari al 27 per cento del totale (nel capoluogo, siamo al 15,4 per cento).

Pesano Airbnb e Superbonus

Negli ultimi anni, la formula Airbnb per gli affitti brevi ha reso più appetibile per i padroni di casa ragionare nell’ottica dell’accoglienza per pochi giorni, piuttosto che affittare al tradizionale inquilino. L’impatto è stato particolarmente dirompente nei Comuni ad alta tensione abitativa come Bergamo, Dalmine, Seriate e Torre Boldone, nei quali già si registravano notevoli difficoltà nel trovare un alloggio a prezzi accessibili. In particolare, nell’anno della Capitale italiana della cultura, il capoluogo ha registrato una crescita del 42 per cento degli alloggi in affitto tramite la piattaforma.

Nonostante i contributi nazionali e regionali, concessi per favorire la crescita degli affitti calmierati e concordati, la situazione abitativa è finita con l’essere particolarmente critica. Negli ultimi anni, inoltre, l'andamento del mercato immobiliare è stato improntato soprattutto alla vendita e alla ristrutturazione, anche grazie a sostegni economici governativi (per esempio, il Superbonus 110 per cento).

Il divario tra reddito e canone

Come si legge nel Piano triennale dei servizi abitativi pubblici e sociali 2023-2025, elaborato dell’Ambito sociale di Bergamo, numerose famiglie, anche con contratti di lavoro in essere, devono affrontare un gap enorme tra reddito e canone di natura non transitoria. Le difficoltà riguardano nuclei con fragilità economica, ma anche stranieri, under 35 e infine persone con fragilità diversificate.

Nell'emergenza abitativa è compreso anche l’aumento delle situazioni di morosità incolpevole, con conseguente avvio delle procedure di rilascio forzato degli immobili, nonché la difficoltà a sostenere rate di mutui e prestiti accesi per l’acquisto delle abitazioni, con apertura di procedure di pignoramento e vendita all’asta degli immobili. Lo si rileva dalla lettura dei Piani triennali (2023-2025) dell’offerta dei servizi abitativi pubblici e sociali di diversi ambiti e dal forte incremento delle richieste di esecuzione degli sfratti (2.286 nel 2022, contro i 939 nel 2021).

Pochi interventi dei Comuni

Sempre dalla lettura dei Piani triennali della provincia, emergono diverse altre criticità. Pochi risultano i Comuni che prevedono interventi di ristrutturazione o riqualificazione su singoli edifici o aree degradate, da destinare poi a residenzialità sociali. Con minore frequenza, i Comuni prevedono all’interno delle norme del Pgt indicazioni specifiche sull’edilizia sociale. Ancora più basso è il numero di Amministrazioni che prevedono ambiti di trasformazione, con vincolo di cessione gratuita, di aree destinate ad alloggi pubblici e abitazioni sociali.

Rapporto domanda-offerta, manutenzioni e costi calmierati

Le difficoltà riguardano in particolare il rapporto tra domanda e offerta di abitazioni. In diversi documenti si evidenzia che gli alloggi Sap (Servizi abitativi pubblici) messi in disponibilità sono troppo pochi a fronte della domanda; spesso accade quindi che le famiglie che hanno i requisiti giusti non riescono ad accedere alla casa se superano una fascia Isee molto bassa (7.500-8.000 euro).

Inoltre, gli alloggi pubblici sfitti per carenze manutentive sono numerosi: nell’ambito di Bergamo 450 su 4.300 e in quello di Dalmine 80 su un totale di 900 alloggi. La domanda non soddisfatta riguarda anche la locazione a costi calmierati, da coprire soprattutto con alloggi Sas (Servizi abitativi sociali), da destinare in affitto a canoni sostenibili, anche consolidando la tipologia di contratti locali a canone concordato.

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