Il Covid

La pandemia, cinque anni dopo: «Quanto spirito di servizio è rimasto nel cuore di Nembro?»

I pensieri dell’arciprete Guarnieri e del sindaco Ravasio in occasione del 18 marzo. Tante le domande poste dal parroco alla popolazione

La pandemia, cinque anni dopo: «Quanto spirito di servizio è rimasto nel cuore di Nembro?»
Pubblicato:

di Clara Scarpellini

«Quanto amore e spirito di servizio è rimasto nel nostro cuore? Quanto, dall’insegnamento della nostra fragilità, ci ha aiutato a capire che abbiamo bisogno sempre gli uni degli altri?». Sono queste le domande poste dall’arciprete plebano di Nembro e parroco di Gavarno, don Antonio Guarnieri, durante la celebrazione del 18 marzo per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus.

A distanza di cinque anni dalla tragedia che ha segnato la comunità della bassa Valseriana, il ricordo non si affievolisce, ma si fa necessità di riflessione collettiva. Nembro, con i suoi 188 morti solo nella prima fase della pandemia, ha impresso nel proprio tessuto sociale il dolore di quelle settimane drammatiche.

Nembresi, cuori solidali

Quando il Covid ha travolto Nembro, ovunque c’erano paura e confusione. Il sindaco Gianfranco Ravasio, allora consigliere comunale, ricorda quei giorni di dolore: «Vedevamo parenti e amici andarsene in pochi giorni. Uno dei primi morti di Nembro è stato proprio il mio vicino di casa. Ogni giorno arrivavano notizie terribili e all’inizio nessuno sapeva cosa fare».

Ma poi, qualcosa è scattato: la solidarietà. A Nembro il volontariato non era una novità, ma nei mesi della pandemia ha raggiunto vette mai viste. «Questo paese ha sempre avuto un grande cuore - racconta il sindaco -. Ma (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 27 marzo, o in edizione digitale QUI

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali