I sospetti c'erano già

La ricerca del Mario Negri che dimostra come le sigarette elettroniche non aiutino a smettere di fumare

L’indagine è stata condotta insieme all’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Pavia e l’Ispro di Firenze grazie a un finanziamento dell’Airc

La ricerca del Mario Negri che dimostra come le sigarette elettroniche non aiutino a smettere di fumare
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di Elena Conti

Le sigarette elettroniche sono un fenomeno sempre più diffuso, anche tra i giovani; in molti hanno deciso di sostituirle alle sigarette tradizionali, nella convinzione che facciano meno male. È realmente così? Sono diversi gli studi sull’incidenza della sigaretta elettronica sulla nostra salute, ma quello che non sapevamo ancora è quanto emerso da uno studio che svela che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato non aiutano affatto i fumatori a smettere di fumare, come ci è sempre stato detto. Anzi: portano i non-fumatori, e in particolare proprio i giovani, a iniziare a fumare sigarette tradizionali e contribuiscono alle ricadute nella dipendenza da tabacco per gli ex fumatori.

L’indagine è stata condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs di Nembro in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Pavia e l’Ispro di Firenze grazie a un finanziamento dell’Airc ed è stata pubblicata sulla rivista Tobacco Control.

«Il sospetto che questi nuovi prodotti - spiega Alessandra Lugo dell’Istituto Mario Negri - non aiutassero a ridurre la dipendenza da tabacco era già diffuso, tuttavia mancavano le conferme di studi prospettici, ovvero studi in grado di indagare gli effetti di questi dispositivi nel tempo. Lo studio appena pubblicato ha proprio questa caratteristica e ci ha permesso di rilevare come sono cambiati i comportamenti di oltre tremila italiani nell’arco di sette mesi».

Ed ecco i risultati: tra coloro che prima dichiaravano di non fumare sigarette tradizionali, chi poi ha iniziato a fumarle era nove volte superiore tra gli utilizzatori di sigarette elettroniche e sei volte superiore tra quelli di prodotti a tabacco riscaldato, rispetto a chi non fumava nulla.

«Inoltre - continua Roberta Pacifici dell’Istituto Superiore di Sanità -, tra coloro che si definivano ex fumatori alla prima intervista, la percentuale di soggetti che ha ricominciato a fumare sigarette era quattro volte superiore tra chi usava sigarette elettroniche e tre volte superiore tra chi usava prodotti a tabacco riscaldato. Non solo, chi è riuscito a smettere di fumare era soprattutto chi non faceva uso dei due prodotti».

Dunque i risultati sono evidenti: questi dispositivi non aiuterebbero a smettere di fumare, bensì a ricominciare. «Non è giusto - commenta Silvano Gallus dell’Istituto Mario Negri, responsabile del progetto - che questi dispositivi godano di benefici fiscali e regolatori rispetto alle sigarette tradizionali, quando è chiaro che non aiutano a ridurre il numero di fumatori. Sotto controllo medico, alcune sigarette elettroniche potrebbero anche aiutare a smettere di fumare; ma l’ampia accessibilità a tutti, anche ai più giovani, è un ostacolo al controllo del tabagismo e una minaccia per la salute della popolazione».

La ricerca, si legge nel comunicato emanato dall’Istituto Mario Negri, è stata resa possibile grazie a fondi ottenuti tramite bandi competitivi e presenta nuove evidenze nella letteratura scientifica, già “contaminata” da risultati fuorvianti che derivano da studi con conflitti di interesse con l’industria del tabacco spesso non dichiarati.

Per chi volesse approfondire: Gallus S., Stival C., McKee M., Carreras G., Gorini G., Odone A., van den Brandt P.A., Pacifici R., Lugo A., Impact of electronic cigarette and heated tobacco product on conventional smoking: an Italian prospective cohort study conducted during the COVID-19 pandemic. Tob Control. 2022. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36207129/

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