L'ex Ospedale Maggiore

L'Accademia della Guardia di Finanza è quasi pronta: un restauro a regola d'arte

I padiglioni sono stati tirati a lucido, rispettati anche gli interni e pure la Casa Rossa è stata conservata. Intervista al generale Bonifacio Bertetti

L'Accademia della Guardia di Finanza è quasi pronta: un restauro a regola d'arte
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di Paolo Aresi

«È stato un restauro conservativo, i padiglioni sono rimasti com’erano, credo che sia stato fatto davvero un bel lavoro, vogliamo entrare nella nuova sede dell’ex Ospedale Maggiore in ottobre, per l’avvio del nuovo anno accademico». Il generale Bonifacio Bertetti, comandante dell’Accademia della Guardia di Finanza, parla nel suo studio della sede di via Statuto, un ufficio accogliente, dal bel parquet, dai colori caldi. Bertetti è di Taranto, ma ha sposato una bergamasca e ha fissato la sua residenza a Mozzo.

Si sente un po’ bergamasco, generale?

«Mi sento molto bergamasco».

Quando è arrivato nella nostra città?

«Era l’ottobre del 1986, ricordo che scesi dal treno e percorsi il viale Papa Giovanni. Era il mio primo giorno di Accademia. Avevo guardato la cartina, perché allora non c’erano telefonini e Internet. Arrivai all’incrocio delle banche e girai a sinistra. Ero tutto concentrato su quello che mi aspettava, ero un ragazzo. Però ricordo che mi colpì il profilo di Città Alta, in fondo al viale, e quel profilo mi è rimasto impresso: ogni volta che penso a Bergamo è la prima immagine che mi ritorna in mente».

Fra qualche mese farete il trasloco, vi spostate di poco.

«Ci spostiamo qui di fronte, ma un trasloco è sempre un affare complicato, che siano cento metri o cento chilometri. È complicato per un appartamento, figuriamoci per un’istituzione di trecento persone».

Come va il cantiere?

«Bene, una parte è stata completata, i padiglioni che si affacciano sulla piazza con la fontana, l’area storica dell’ospedale, quella del 1930. È stato un lavoro attento, conservativo, anche per quanto riguarda gli interni. Per esempio i pavimenti sono stati mantenuti, i soffitti a quattro metri di altezza non sono stati modificati, compatibilmente con l’inserimento dei nuovi impianti».

La casa rossa che era l’ingresso del vecchio ospedale?

«La casa rossa è rimasta uguale, il cantiere ha riguardato la pulizia, la sistemazione, il ripristino, i nuovi impianti, ma gli ambienti non sono stati modificati. Nella casa rossa, dove c’erano gli uffici dell’ospedale, sarà ospitato il comando dell’Accademia».

Una parte del vecchio “maggiore” è già operativa per la Guardia di finanza?

«Sì, è il reparto che credo fosse l’ostetricia, sull’angolo a destra, guardando l’ingresso. Lì è già entrato il comando provinciale».

Ci sono state demolizioni?

«Qualche cosa è stato demolito, ma solo gli edifici costruiti in un secondo tempo, non quelli storici, solo gli ampliamenti degli anni Settanta e Ottanta... E poi sono state demolite delle palazzine di servizio nella parte a sud dove abbiamo realizzato il campo di calcio a otto (sessanta per quaranta metri). Anche la pista di atletica sarà più corta rispetto ai quattrocento metri tradizionali. Avremo comunque la pista regolamentare per i cento metri. Sempre a sud, dove si trovava la costruzione dell’obitorio e dell’anatomia patologica andranno degli uffici del Comune».

Il complesso è della Cassa depositi e prestiti, anche i lavori sono stati realizzati dalla Cassa?

«Sì, i lavori di edilizia che dovrebbero terminare per il 31 agosto. C’è stato un piccolo ritardo causato dal periodo di ferma per via del Covid. Poi a noi toccherà tutta la parte di arredamento e completamento».

Quanto sono costati i lavori?

«Credo intorno ai 65 milioni di euro».

Che cosa inserirete nella parte più bella, quella che circonda la piazza?

«Ci sarà il cuore dell’Accademia, ci saranno gli alloggi degli allievi dei cinque anni di corso, ci saranno uffici, locali per la vita degli allievi come la barberia e la sartoria».

Avete una sartoria?

«Sì, nel senso che c’è un locale per il sarto che deve sistemare, allungare, accorciare le divise, compiere magari delle riparazioni. È un sarto bergamasco, si dà un normale incarico con una convenzione. Lo stesso per il barbiere».

A Bergamo, nella nuova sede, troverà posto tutta l’Accademia della Guardia di finanza?

«Sì, tutta, compresa la parte che oggi si trova a Castelporziano. In totale ci saranno 450 allievi, più duecento tra ufficiali, ispettori, finanzieri...».

Adesso a Bergamo in quanti siete?

«Siamo circa trecentocinquanta persone, di cui centonovanta allievi».

Ma questo edificio che voi lascerete libero, passerà all’università?

«So che ci sono state trattative e che si tratta di una possibilità concreta. Per quanto mi riguarda sarei molto felice di diventare dirimpettaio dell’università che, a quanto ho saputo, potrebbe inserire qui il corso di laurea in Giurisprudenza e alloggi per gli studenti».

Per il quartiere sarebbe una gran cosa, di colpo ringiovanirebbe!

«Certo, ci sarebbe una forte presenza di giovani impegnati nello studio, credo un fatto molto positivo». (...)

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