Fenomeno inquietante

L'emergenza dei minori stranieri non accompagnati: c'è una "tratta" di ragazzini egiziani a Bergamo?

Cresce a dismisura il numero di minori stranieri non accompagnati: a ottobre ben 212. Accoglierli è un problema e un costo enorme per il Comune

L'emergenza dei minori stranieri non accompagnati: c'è una "tratta" di ragazzini egiziani a Bergamo?
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di Andrea Rossetti

«Assessore, mi scusi. Ha chiamato la Questura, c’è un minore straniero non accompagnato di cui dobbiamo occuparci». Marcella Messina abbassa lo sguardo, ringrazia e annuisce. «Ecco, la situazione è questa. Ogni giorno, spesso più volte al giorno. Dall’estate le cose sono peggiorate drasticamente, riuscire a portare avanti la normale attività che il nostro assessorato (Politiche sociali, ndr) dovrebbe svolgere è complicato perché dobbiamo occuparci di questo problema».

Il problema in questione è quello dell’arrivo in città di minori stranieri non accompagnati e, come sempre, sono i numeri a spiegare al meglio la situazione: a Bergamo, nel gennaio 2021 ne arrivarono 26; ad agosto 2021 ne furono invece accolti 45; a gennaio 2022 il numero era salito a 81; ad agosto di quest’anno 152; nell’ottobre appena concluso ben 212.

L'incremento dei minori non accompagnati arrivati a Bergamo (dati Comune di Bergamo)

Complessivamente, nel 2021 nella nostra città sono arrivati 507 minori stranieri non accompagnati, nei primi dieci mesi del 2022 siamo già a quota 1.230. «Occuparsi di questi ragazzi è doveroso - spiega Messina -, ma è anche un costo. Elevatissimo per le casse comunali. In una fase in cui le spese si stanno moltiplicando, l’aumento costante di minori non accompagnati diventa un problema che non può più sobbarcarsi solamente il Comune».

Il sistema non regge più

A normare l’accoglienza di questi soggetti, arrivati nel nostro Paese soli, senza genitori o tutore, è la Legge Zampa del 2017, recentemente aggiornata per rafforzare gli strumenti di tutela in favore dei minori stranieri non accompagnati. È questa legge che ha introdotto il divieto di respingimento alla frontiera e che prevede per loro gli stessi diritti dei minori italiani o comunitari: quelli alla salute e all’istruzione, all’assistenza legale e al gratuito patrocinio.

Il problema non è la normativa in questione, che è anzi ritenuta una delle più accurate a livello europeo, ma il fatto che il sistema di accoglienza predisposto per accogliere i minori stranieri non riesce più a reggere, a gestire i sempre più numerosi nuovi arrivi. Del resto, la legge prevede che a occuparsi di loro debba essere il Comune in cui si presentano o vengono individuati dalle autorità. Anche dal punto di vista economico. «Parliamo di costi non irrilevanti - continua Messina -. Non c’è solo l’accoglienza, ma anche l’istruzione, l’inserimento scolastico o professionale. Serve personale apposito».

Il problema, a Bergamo così come in tante altre città del Centro-Nord, però, è anche più banale: non ci sono più spazi. «Solitamente, i minori stranieri non accompagnati vengono accolti nelle comunità del territorio - spiega l’assessore -, con le quali abbiamo stretto delle convenzioni. Il costo a minore è superiore a cento euro al giorno: la Prefettura paga il sessanta per cento della quota, il restante noi. Ora però queste comunità sono sature. E così, quando un minore arriva, dobbiamo organizzare la cosiddetta prima accoglienza, almeno fino a che non si libera un posto in qualche comunità. In questo caso, però, l’intero costo è sulle spalle del Comune. Il Patronato di Sorisole ci ha sempre aiutato tantissimo, ha anche aumentato i posti a disposizione poco tempo fa, ma ora anche lì sono pieni. E così noi siamo costretti a fare i salti mortali. A inizio ottobre abbiamo addirittura mandato alcuni minori a Udine, perché abbiamo trovato posto per loro solamente là. Ma non si può continuare così».

Chi sono questi minori?

L’individuazione di questi giovani sul territorio può avvenire in due modi: o vengono “trovati” dalle forze dell’ordine durante operazioni di controllo, oppure sono loro stessi a recarsi in via Noli, in Questura. E questa seconda opzione è sempre più frequente (...)

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