Lasciano anche i romagnoli, arrivano i campani. Parking Fara tormento infinito
Si è ritirata anche l'impresa che aveva vinto il nuovo appalto col 28% di ribasso. Subentra una società di Angri (Salerno)
di Paolo Aresi
Adesso tocca - pare - alla Icg, Iozzino costruzioni generali, impresa di Angri, provincia di Salerno. La tormentata vicenda del Parking Fara (storia persino ridicola, se non ci fosse di mezzo la meraviglia di Città Alta), si è arricchita di un nuovo colpo di scena: dopo la rinuncia della Collini Spa e dei secondi classificati della prima gara di appalto, ora hanno rinunciato ai lavori nel futuro enorme parcheggio di Città Alta anche i soci del Consorzio artigiani romagnolo di Rimini, vincitori, non molto tempo fa, della seconda gara di appalto indetta dalla società che sta gestendo tutta l’opera, la Bergamo Parcheggi, costituita da una maggioranza di capitale privato (Parcheggi Italia spa, con capitale soprattutto di una società austriaca specializzata) e in minoranza (trentuno per cento) dall’Atb, la storica società bergamasca dei trasporti che fa riferimento al Comune di Bergamo.
La storia si complica ancora di più. Soprattutto se pensiamo che i terzi classificati della prima gara di appalto, i Rota Nodari di Almeno, ancora non si rassegnano al fatto che l’appalto non sia stato assegnato a loro dopo la rinuncia dei secondi classificati. Era stato l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione a consigliare di indire una nuova gara di appalto. I Rota Nodari a Bergamo li conoscono tutti per la lunga esperienza e la serietà dei lavori.
Quindi, ora anche i romagnoli hanno gettato la spugna. Perché? Non si sa. Ricordiamo che i lavori sono fermi dal 2019, quando la Collini (società con sede nel Trentino Alto Adige) disse che dopo avere terminato lo scavo e dopo averlo messo in sicurezza, di questo megaparcheggio nel cuore storico della città non si sarebbe più occupata. Perché? Non si sa, troppi impegni pare. Dopo avere realizzato il “buco” (anzi, la voragine) nella collina, adesso bisogna costruire gli otto piani, uno sull’altro e poi realizzare la pavimentazione, inserire gli impianti dai condizionatori d’aria agli ascensori, scale mobili, impianti elettrici, di sicurezza, antincendio, informatici e via dicendo. Un lavoro enorme.
La società romagnola si era aggiudicata l’appalto con un ribasso che si aggirava sul 28 per cento, più di un quarto del prezzo base. Ma che cosa è questa Icg di Angri? La pagina di apertura del sito parla di restauri («Diamo nuova vita a opere architettoniche del passato»), nuove costruzioni («Ambienti moderni e funzionali per ogni esigenza») e altri interventi di dimensioni industriali («Costruire con materiali solidi e duraturi nel tempo»). La famiglia Iozzino, si legge, opera nel settore delle costruzioni dal 1962 su iniziativa di Mario Iozzino.
Oggi la Iozzino è specializzata «nel consolidamento, ristrutturazione e restauro di opere civili con gli anni ha acquisito una notevole esperienza in tutti i campi dell’edilizia civile e infrastrutturale. Gran parte del fatturato lo realizza con committenti di diritto pubblico e investimenti immobiliari di pregio». Che cosa fa la Icg? Fra i suoi lavori recenti il recupero della Torre del Maschio della casa di reclusione di Volterra, la progettazione ed esecuzione di gallerie sotterranee al Policlinico Umberto I di Roma, interventi di consolidamento dopo il terremoto ad Assisi, all’istituto per sordomuti e ciechi, diversi intervento in varie case circondariali della Penisola per conto della Ministero della Giusizia. Insomma diversi lavori di una certa importanza che fanno pensare a un’azienda in grado di sobbarcarsi questo impegno.
Chiaramente, ora l’inizio dei lavori slitta in avanti, si parla di un possibile avvio del cantiere a inizio 2022. Ma si tratta di previsioni, e le previsioni nel caso del parcheggio della Fara sono spesso fallaci. Se davvero il cantiere partisse a gennaio, considerando un anno e mezzo di opere, il parcheggio dovrebbe aprire a luglio 2023.