Lavori mai terminati nel parco Baden Powell. «Per finirli serve un'impresa specializzata»
Il parco non è pienamente agibile da tre anni. I primi a lamentarsi sono stati i residenti della Celadina, ma ha chiesto lumi anche la consigliera comunale Sonia Coter
È da tre anni che nel parco Baden Powell, alla Celadina, è tutto un fare e disfare di cantieri (più o meno piccoli). Nelle intenzioni di Palazzo Frizzoni, l’area verde sarebbe dovuta diventare un parco inclusivo ma i buoni propositi sono andati a schiantarsi contro una serie di difficoltà tecniche e burocratiche che hanno causato lunghissimi periodi di blocco e ritardo nei lavori.
I primi a sollevare la questione erano stati i cittadini del quartiere, sottolineando anche come il Comune avesse disatteso gli accordi verbali presi. Lamentele raccolte dalla consigliera comunale Sonia Coter, del Movimento 5 Stelle, che in un’interrogazione chiedeva le ragioni dei ritardi nel completamento delle opere previste e se le modifiche al primo lotto di lavori, esposte ai residenti il 27 maggio scorso dall’assessore al verde pubblico Marzia Marchesi, fossero state effettivamente recepite.
Per non parlare del secondo lotto, un cantiere che è stato aperto molto più tardi rispetto alle previsioni iniziali, e della nuova pavimentazione anti-trauma che, pur essendo ancora “protetta” dalle transenne è già stata danneggiata. «In definitiva – sostiene Coter – un’altra estate è trascorsa sottraendo agli abitanti di Celadina un parco che, fino a prima dei lavori, era un fiore all’occhiello della città, mentre attualmente è in condizioni inaccettabili».
L’assessore Marchesi ha però ribadito che «la motivazione principale della difficoltà per la ripresa dei lavori risiede nella specializzazione che l'impresa deve avere nel concludere quelli ancora in sospeso: il progetto è molto sofisticato nella filosofia e certe scelte progettuali si scontrano con la fase realizzativa dei manufatti previsti».
Al momento il Comune starebbe predisponendo la variante definitiva al progetto. L’intervento dovrebbe quindi concludersi, secondo le previsioni, entro la fine dell’anno. Verranno posati nuovi serramenti nel chiosco, completata la “sorgente” con condutture in acciaio (più resistenti di quelle in ferro zincato previste inizialmente), posata una struttura in acciaio per le altalene e realizzati percorsi per ipovedenti o ciechi che abbiano anche mappe tattili.
Il ritardo nella riapertura del secondo lotto «ora ben frequentato – specifica Marzia Marchesi -, è stata determinata dall'ulteriore procedura di acquisto di arredi definita solo verso la fine dell'estate, a causa della mancanza di materiali e prodotti finiti nei magazzini dei fornitori». Una porzione del parco in cui oltre alla posa di nuovi arredi è stata realizzata anche una pista ciclabile e potati i cespugli.
L’area del parco Baden Powell verso via Gleno «è da sempre aperta», conclude l’assessore Marchesi. Questo spazio e l’area giochi presente verranno rifatti completamente, grazie a un investimento del Comune di 300 mila euro.